Wef: i robot creano più lavoro di quanto ne distruggono
I lavoratori dovrebbero guardarsi più dai rischi posti dalla pandemia piuttosto che da quelli legati all’automazione: questa in sintesi la posizione espressa nell’ultimo report pubblicato dal World Economic Forum, nel quale viene parzialmente ribaltata la narrativa secondo la quale le macchine minacceranno le prospettive occupazionali nei prossimi anni.
Secondo quanto affermato dal Wef, robot ed automazione elimineranno 85 milioni di posti di lavoro nel 2025, ma ne creeranno ben 97 milioni. Il saldo, pertanto, sarebbe un incremento di 12 milioni di posti di lavoro su scala globale.
Come prevedibile, però, dietro a questi numeri si cela una transizione nei profili lavorativi verso figure più istruite e dotate di competenze specifiche.
Secondo il Wef a cadere vittime dell’automazione saranno, in particolare, impiegati per inserimento dati; segretari amministrativi ed esecutivi; impiegati contabili; commercialisti e revisori; operai addetti all’assemblaggio; meccanici e riparatori di macchinari.
Robot, i lavori del futuro
Sul versante opposto, cresceranno le opportunità disponibili per le seguenti figure professionali: analisti di dati e data scientist; specialisti d’intelligenza artificiale e di machine learning; specialisti dei big data; specialisti in marketing digitale; specialisti dell’automazione dei processi; analisti della sicurezza delle informazioni; sviluppatori di software e applicazioni; specialisti dell’Internet of Things.
La vera minaccia segnalata dal Wef, tuttavia, ha tutt’altra origine e riguarda le conseguenze economiche del Covid-19.
“C’è stato un rallentamento nel tasso di creazione di posti di lavoro” ha detto l’amministratore delegato del World Economic Forum, Saadia Zahidi, alla Cnbc “non è una sorpresa, visti i lockdown in corso e la recessione che ne è seguita”. “Ma allo stesso tempo”, ha aggiunto, “se guardiamo alle proiezioni che ci comunicano i responsabili delle risorse umane e coloro che sono in prima linea nel prendere queste decisioni, troviamo che nel complesso il tasso di creazione di posti di lavoro supererà ancora il tasso di distruzione di posti di lavoro”.
Nel dettaglio, “l’automazione, assieme alla recessione dovuta al Covid-19 sta creando una doppia minaccia per i lavoratori”, si afferma nel report del Wef, “oltre alle perdite occupazionali dell’attuale crisi pandemica, l’adozione della tecnologia da parte delle società trasformerà i compiti, i lavori e le abilità richieste da qui al 2025”.
Secondo le ultime stime dell’Organizzazione internazionale del Lavoro, nei primi nove mesi dell’anno i redditi da lavoro nel mondo si sono ridotti di ben 3.500 miliardi di dollari, ovvero del 10,7% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.