Il Monte dei Paschi ha reso noto il controvalore delle azioni oggetto del diritto di recesso o di vendita in relazione alla scissione in favore di Amco – un’operazione finalizzata ad attribuire crediti deteriorati per 8 miliardi attraverso un bad bank di nuova costituzione, e che prelude a una futura cessione della quota pubblica in Mps entro il 2021.
I termini per l’esercizio del diritto di recesso in favore degli azionisti che non hanno votato a favore di tale scissione sono scaduti il 20 ottobre. Nella stessa data, peraltro, il governo Conte ha dato il via, attraverso decreto, all’operazione in favore della controllata del Mef, Amco, una società specializzata in recupero crediti di difficile esigibilità.
“Il controvalore complessivo di liquidazione delle azioni in relazione alle quali è stato validamente esercitato il Diritto di Recesso è pari a 20.730.343,10 euro, mentre il controvalore complessivo di liquidazione delle azioni in relazione alle quali è stato validamente esercitato il Diritto di Vendita è pari a 11.895.465,78 euro”, ha comunicato Mps.
In totale, l’1,36% dei soci ha esercitato il diritto di recesso e lo 0,78% il diritto di vendita a 1,339 euro per azione. La somma complessiva che la banca sarà tenuta a liquidare, pertanto, sarà pari a 32,63 milioni di euro che saranno corrisposti “solo in caso di efficacia della scissione”, ha comunicato la banca senese, la quale farà sapere “mediante apposito comunicato stampa, in relazione all’avveramento (ovvero alla rinuncia, a seconda dei casi) delle sopramenzionate condizioni sospensive”.
A partire da oggi, 23 ottobre, e fino al 21 novembre 2020 compreso “gli azionisti della Banca potranno esercitare i diritti di opzione ad essi spettanti in misura proporzionale al numero di Azioni Ordinarie Mps di cui siano titolari e per le quali non sia stato esercitato il Diritto di Recesso o il Diritto di Vendita”, nonché, “un diritto di prelazione sulle azioni ordinarie della Banca eventualmente rimaste inoptate”.