Lo scorso 19 ottobre il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aveva espresso una posizione estremamente cauta nei confronti del Mes “light”, la linea di credito a bassa condizionalità che potrebbe garantire un prestito a basso costo per il finanziamento delle spese sanitarie.
Gli argomenti di Conte sono stati essenzialmente due: primo, oggi l’Italia non ha problemi a finanziarsi e lo fa con tassi vicini ai minimi storici; secondo, chiedere un prestito al Mes potrebbe insospettire gli investitori, qualora ciò suggerisse una difficoltà del Paese. Quest’ultimo punto, il cosiddetto “stigma” dei mercati, è difficile da verificare a priori.
E’ vero, nondimeno, che finora nessun Paese ha fatto richiesta del Mes “light”, benché non manchino altri stati, nella cosiddetta periferia Ue, che potrebbero trarre da questo strumento risparmi analoghi.
Secondo la Sim BG Saxo, l’impostazione delineata dal premier Conte sarebbe corretta. Innanzitutto i risparmi teorici, quantificati in circa 250 milioni di euro all’anno nell’arco di un decennio, si applicherebbero nello scenario di un prestito da 36 miliardi – il tetto massimo previsto.
“Il Mes” tuttavia, “concede fondi solo per le spese legate al Covid-19 che sono già state sostenute”, ha scritto Althea Spinozzi, del Centro Studi BG Saxo, “fino ad ora, in base ai dati del ministero dell’Economia, l’Italia ha stanziato 9,5 miliardi di euro per investimenti nel sistema sanitario”. Tali spese, ad ogni modo, potrebbero aumentare in futuro.
I fondi del Mes sono privilegiati nel rimborso
BG Saxo è convinta che il rischio-stigma, nonostante gli acquisti di titoli straordinari della Bce, potrebbe comunque andare a incidere sul rendimento dei titoli di stato italiani nel caso venisse coinvolto il Mes.
Ciò potrebbe avvenire, da un lato, perché “i fondi del Mes sono senior rispetto ai crediti sovrani”, ovvero vanno rimborsati con diritto di precedenza rispetto ai titoli di stato ordinari.
“Questo significa che per ricevere 9 miliardi di euro di fondi, l’Italia deve cambiare la struttura del rimborso del debito, concedendo la priorità al Mes a discapito dei creditori sovrani i quali richiederebbero maggiori rendimenti sui titoli dato l’ingresso di nuovi creditori da dover essere rimborsati prima di loro”.
Per BG Saxo, poi, “il ricorso al Mes potrebbe far sembrare che la nazione è finanziariamente instabile, fornendo un quadro distorto rispetto alla situazione italiana. L’Italia può accedere al mercato dei capitali senza problemi e non ha problemi di rifinanziamento”.
A entrambi questi argomenti potrebbe essere obiettato che l’esiguità del prestito Mes difficilmente potrebbe mettere in dubbio la solvibilità del Paese in una fase in cui si prospetta, per anni, un intervento di supporto da parte della Bce.
E’ la stessa BG Saxo a far notare, infatti, che “l’Italia può raccogliere fondi al tasso più basso mai visto nella storia, con tassi di interesse negativi per i titoli con scadenza a 3 anni e 12bps per i titoli con scadenza a 5 anni”.