L’economia italiana, dopo la forte contrazione registrata nella prima metà dell’anno per gli effetti economici dell’emergenza sanitaria registra un consistente recupero nel terzo trimestre, misurato da una crescita del Pil pari a 16,1% rispetto al trimestre precedente.
A causa delle flessioni dei precedenti due trimestri dell’anno, nel confronto con il terzo trimestre del 2019 la variazione resta negativa nella misura del 4,7%. Il dato è appena stato comunicato dall’Istat e si tratta della stima preliminare.
Il marcato recupero del terzo trimestre riporta il volume del Pil ai livelli registrati nella prima metà del 2015.
La ripresa è stata diffusa a tutti i comparti economici e dal lato della domanda è trainata sia dalla componente nazionale (al lordo delle scorte), sia dalla componente estera. Secondo quanto rilevato dall’Istat la variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria, sia in quello dei servizi. Dal lato della domanda, c’è stato un contributo positivo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia di quella estera netta.
Un anno difficile per l’economia italiana
Il 2020 rimane comunque un anno difficile. Secondo le stime della Banca d’Italia l’economia italiana registrerà una contrazione del 9,5%. In base a quanto poi specificato dal ministero dell’Economia nella Nadef la ripresa si avrà a partire dal prossimo anno quando il Pil dovrebbe registrare una crescita del 6%, del 3,8% nel 2022 e 2,5% nel 2023. Secondo il Mef si ritornerà a livelli pre Covid nel terzo trimestre del 2022.