Elezioni Usa, in quali stati si decide la vittoria fra Trump e Biden
Il presidente Trump si è affrettato a proclamare la sua vittoria alle elezioni presidenziali. E’ però troppo presto e mancano i riscontri necessari. Ma i repubblicani, di sicuro, hanno scompaginato ancora una volta le previsioni di sondaggisti ed esperti, che pure avevano garantito una maggiore precisione rispetto a quattro anni fa.
Grandi incognite restano legate allo spoglio dei voti inviati per corrispondenza, che si prevedono a larga maggioranza per i democratici. Al netto di questo, il lavoro nelle sezioni indica virtualmente la vittoria di Joe Biden – anche se per un capello.
Elezioni Usa, gli Stati in bilico. Strategico il Nevada
Attualmente ci sono 6 stati ancora in bilico, nei quali 3 sono in vantaggio i democratici (Nevada, Michigan e Wisconsin) e 3 i repubblicani (Pennsylvania, Carolina del Nord e Georgia).
Ammesso e non concesso che gli stati che attualmente vedono in vantaggio repubblicani, in particolare la Pennsylvania, non siano ribaltati dal voto postale, Biden farebbe comunque sua la Casa Bianca con appena 270 grandi elettori: il numero minimo per raggiungere la maggioranza dei 538 grandi elettori.
Questo calcolo è prodotto dalla somma dei 238 delegati già “in cassaforte” negli stati in cui sono stati completati gli spogli, cui si aggiungerebbero i 32 grandi elettori di Michigan, Wisconsin e Nevada, nei quali Biden è in vantaggio di poco e nei quali lo spoglio deve ancora terminare.
Particolarmente in bilico sarebbe il Nevada, che deve ancora far scrutinare il 30% delle schede e vede un vantaggio di Biden di appena 1,6 punti. Per strappare la vittoria ai democratici, in questo scenario in cui Carolina del Nord, Pennsylvania e Georgia restano repubblicane, Trump dovrebbe imporsi proprio nel Nevada, in cui lo spoglio è ancora piuttosto indietro.
Nel grafico in basso è possibile osservare in colore più chiaro gli stati ancora contesi, in azzurro quelli in cui Biden è in vantaggio, in rosso sfumato, quelli che al momento propendono per Trump.
I colori di camera e senato
Nel frattempo, i mercati sembrano prezzare positivamente le probabilità che i repubblicani mantengano il controllo del Senato, la camera alta del parlamento rinnovata ogni sei anni. Questo elemento disinnescherebbe alla base la possibilità di far passare riforme troppo radicali anche in caso di vittoria di Biden alle presidenziali. Uno scenario gradito da Wall Street, consapevole (ed è solo un esempio) della promessa di innalzare le tasse sui redditi delle società da parte del candidato democratico.
L’affermazione superiore alle attese dei repubblicani si osserva anche nei risultati delle elezioni della Camera dei rappresentanti, nella quale, ai dati attuali (16:40 italiane), si ridurrebbe di 5 seggi la precedente maggioranza democratica. Al momento, comunque, né la vittoria finale al Senato né alla Camera sono ben chiare: tutto è ancora possibile.
Nel frattempo, si starebbe materializzando il rischio che Donald Trump mantenga la promessa di ricorrere alla Corte Suprema per contestare una sconfitta di misura. Nuove conferme di quest’intenzione sono già arrivate nelle ultime ore da parte del presidente uscente. E’ uno scenario che lascerebbe per settimane i mercati con il fiato sospeso.