Economia

Gender gap: un divario da colmare anche nel mondo FinTech

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Potrebbero volerci quasi 100 anni (per l’esattezza 99,5) per colmare il divario di genere (gender gap) nel mondo. Questa la stima contenuta nel “Global Gender Gap Report 2020” firmato dal World Economic Forum.
Una previsione che può far riflettere e può essere utile per misurare una realtà solo in lento miglioramento e che coinvolge diversi ambiti tra cui il FinTech. Nel mondo delle startup, la comunità globale del FinTech, infatti, vede ancora il dominio degli uomini, con le fondatrici che rappresentano solo una piccola percentuale pari al 7% del totale.
Ma il cambio di passo, o quantomeno la strada per cercare di ridurre il divario potrebbe essere già stata tracciata. Il difficile scenario creato dallo scoppio della pandemia di Covid-19 potrebbe, infatti, far emergere tutta la resilienza delle donne imprenditrici.

Alcuni numeri per inquadrare la situazione. In un recente report dal titolo “Achieving gender equity in the fintech community“, Deloitte ha messo in fila alcuni numeri, partendo dalla considerazione che le startup fintech fondate da donne sono cresciute nell’ultimo decennio a un ritmo lento ma mostrando un costante aumento negli anni. In particolare, l’analisi mostra che le startup fondate da donne e quelle co-fondate con uomini rappresentavano il 12,2% delle 3.017 FinTech nel 2019, un dato solo leggermente superiore al 10,9% (su 411 startup) registrato nel 2010.

Numeri incoraggianti sul fronte dei finanziamenti. Quando si valuta il successo nel raggiungimento del ‘gender equity’, un valore da considerare è come si sposta l’ago della bilancia sul finanziamento delle startup.
Nell’ultimo quinquennio, le startup fondate da team di donne hanno registrato un consistente aumento dei finanziamenti. Sempre secondo l’analisi condotta da Deloitte emerge che dal 2014 al 2019 i finanziamenti per le startup fondate da donne sono cresciute a un tasso di crescita annuale composto del 58,9%, mentre i finanziamenti per gli uomini al ritmo del 29,1%. Restando su questo fronte, nel solo 2019 sono stati battuti tutti i record: le startup fondate e co-fondate da donne hanno raccolto un totale di 5,1 miliardi di dollari di finanziamenti, quasi il 60% del capitale totale raccolto da queste categorie dal 2009. Di questo totale, 540 milioni sono stati investiti in startup fondate solo da donne, una cifra in crescita rispetto ai soli 85 milioni del 2015.
Numeri che invitano all’azione e in particolare, secondo Deloitte, diventa fondamentale e necessario “l’impegno collettivo tra tre parti interessate chiave – investitori, fondatori e istituzioni finanziarie – che può aiutare a migliorare la diversità all’interno dell’ecosistema dei fondatori FinTech”.

Un atteso cambio di passo: la pandemia può rappresentare il punto svolta e un catalyst per la crescita? Viene alla mente l’esempio di una crisi del recente passato, quella finanziaria del 2008, che ha creato un’enorme richiesta di innovazione (certamente più rapida) nel settore dei servizi finanziari, contribuendo all’ascesa della comunità FinTech.

Una simile disruption nel business dovuta al Covid-19 potrebbe essere un’opportunità per creare parità di condizioni per le donne? “Il divario di genere è particolarmente evidente durante i periodi di incertezza, come l’attuale pandemia.
In questi momenti, le donne fondatrici, forse a causa delle difficoltà che affrontano nell’accesso ai fondi, mostrano una maggiore resilienza e sono in grado di generare rendimenti più elevati sugli investimenti”, spiega lo studio firmato da Deloitte. Sotto un certo punto di vista, la pandemia può diventare effettivamente un’opportunità di cambiamento e un catalizzatore di crescita per le donne nel FinTech.

Come spiega Carole K. Crawford, cfa, managing partner di fincap360 e presidente del comitato 100WFinTech: “nel FinTech le fondatrici si sono distinte durante questa crisi, in parte grazie alla loro abilità nel gestire l’incertezza, collaborare con gli altri e soddisfare le esigenze del cliente. “Le reti peer-to-peer, in cui le fondatrici si scambiano idee, esplorano opportunità di business e, soprattutto, si motivano e si ispirano a vicenda, possono accelerare il passo nel cambiamento “, aggiunge Crawford.

 

In Deloitte al lavoro per una cultura aziendale. “La parità di genere, a qualsiasi livello e in qualsiasi ruolo, non è solo un tema femminile ma di tutti. Creare più opportunità significa raddoppiare la crescita, i risultati in termini di performance economiche, essere più innovativi e più agili – come emerso da una ricerca global di Deloitte, che ha dimostrato la correlazione diretta tra inclusione e risultati.

In un mondo come quello dei Financial Services, dove la presenza delle donne soprattutto in ruoli di leadership è ancora bassa, credo che questo debba essere uno stimolo per mettere in campo alcuni nostri punti di forza: la capacità di collaborare in ecosistemi complessi, di fare networking, la resilienza e la capacità di adattarsi velocemente a situazioni imprevedibili”, dichiara Alessandra Ceriani, DCM FSI Consulting Leader.
“Per questo motivo sostenere la diversità di genere con delle politiche è il primo passo, ma non è tutto. In Deloitte stiamo infatti lavorando per creare una cultura aziendale, attraverso iniziative quali Inclusive Leadership Activation Lab e coaching mirati”.