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(WSI) – Nonostante i fiumi di parole che sono corsi intorno al caso Fiorani forse c´è ancora posto per due o tre segnalazioni, insomma per qualche nota a margine. Giusto per essere sicuri che, alla fine, tutto quello che c´era da dire è stato detto. Se lasciamo per un attimo da parte i grandi tremi e le grandi questioni, possiamo segnalare quanto segue:
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1 – Ma chi sono i veri colpevoli di questo scandalo? Beh, si dirà, Fiorani e i suoi amici, è evidentissimo. Fino a una certo punto. Se infatti da tre anni in Italia non si riesce a fare una decente legge sul risparmio, la colpa non è certo di Fiorani e degli altri furbetti. La colpa è del Parlamento, anzi della maggioranza del Parlamento. Giusto anche questo, ma fino a un certo punto. In America in sei mesi hanno fatto una legge contro i reati finanziari molto bella e hanno inflitto ai responsabili delle pene che qui non vengono comminate nemmeno a chi sega la moglie in due o fa una strage. Possibile che il nostro Parlamento sia fatto in maggioranza da cialtroni? No, non è possibile.
Il fatto è che alle spalle del Parlamento hanno lavorato diverse lobbies: banchieri, avvocati, società di revisione, ecc. La verità è che una buona legge sul risparmio, chiara, semplice, dura non fa comodo a nessuno. Fin che continua l´attuale poltiglia legislativa c´è spazio per tutti. Fin che c´è discrezionalità assoluta tutti possono continuare a fare, più o meno, quello che vogliono. I responsabili finali, quindi, vanno cercati anche fra coloro che non finiranno mai sul banco degli imputati a fianco di Fiorani & C.
2 – In questa vicenda si è infranto un mito fra i più solidi in Italia, e cioè quello dell´estrema, implacabile efficienza della Vigilanza della Banca d´Italia. I funzionari di questo ufficio sono sempre stati descritti come degli 007 in grisaglia ai quali è impossibile farla. In verità, ci siamo accorti che anche in questo caso (come in altri del passato) non hanno visto assolutamente niente. Ciechi come talpe. Ma, si dirà, questa volta risulta che un paio di funzionari sono stati contrari a Fiorani e a Fazio e lo hanno messo per iscritto. Giusto, ma non erano d´accordo su certi parametri dell´affare Lodi-Antonveneta. Erano in dissenso, insomma, su questioni teoriche di grande peso, ma non si sono certo accorti che intanto dalla Lodi portavano via i soldi con la carriola, che spuntavano strani conti ovunque, e che il denaro andava solo e soltanto agli amici di Fiorani.
I due procuratori della Repubblica di Milano e i loro finanzieri sono stati molto più bravi. Senza lauree a Harvard e all´Mit in quattro e quattr´otto hanno fatto luce su tutto. La Vigilanza, oggi, legge i giornali per sapere che cosa è davvero successo dentro la Lodi.
Ridicolo.
3 – Ancora una volta si constata come siano inadeguati i consiglieri di amministrazione: nessuno sapeva niente, nessuno si è mai accorto di niente, se c´erano, dormivano. In Italia i consigli di amministrazione sono ancora considerati come un organismo necessario, ma sostanzialmente inutile. Di solito lo si riempie di amici o di vecchietti mansueti, contenti perché una bella assistente (magari in minigonna) offre loro un caffè. I consigli di amministrazione, invece, devono essere un consiglio di sorveglianza sulle società e sui manager. E hanno allora vanno fatti con professionisti indipendenti, ben retribuiti e che quindi possono investire del tempo nello studiare le carte e le operazioni.
Insomma, chi più spende per il proprio consiglio di amministrazione, meno spende perché poi avrà conti corretti e meno ruberie. Naturalmente, se non vedono e se non protestano, vanno puniti, e anche severamente.
4 – Il declino italiano, infine, è ravvisabile anche in queste faccende di scandali e di furti. Per ragioni di età ho seguito gli altri due grandi scandali bancari (Sindona e Calvi) e vi garantisco che eravamo davvero nel campo dell´alta finanza sofisticata, con giravolte che gente esperta ha impiegato dei mesi per venirne a capo. Oggi, invece, è cambiato tutto. Siamo al puro e semplice borseggio da strada. Nel caso Parmalat i conti sono stati falsificati con il bianchetto e costruendo con il fax falsi documenti contabili che poi venivano spacciati come veri. Niente finanza sofisticata, quindi, ma solo e soltanto truffe da paese.
Nel caso della Lodi e di Fiorani siamo scesi ancora un gradino più in basso. Qui si andava di notte a svuotare i conti dei morti. Operazione che, peraltro, comporta l´esistenza dentro la banca di una rete di complicità molto estese. Non so se Fiorani farà i nomi, ma tutto lascia pensare che dentro la Lodi ci siano stati altri furfanti oltre a quelli già individuati. Da qui la necessità di rendere obbligatori i codici etici e di comportamento per tutti quelli che, nelle banche e nelle aziende, sono vicini al denaro. E anche in questo caso servono pene molto severe per chi non rispetta i codici etici e di comportamento, il cui scopo è quello di impedire che si formino «bande» all´interno delle società.
In conclusione, impedire che vengano rubati denari ai cittadini è anche un lavoro di cesello, di particolari, di minuzie, a volte. Ma è un lavoro necessario. Il denaro, purtroppo, pesa poco e si muove molto in fretta. E quindi ha una sua naturale tendenza a sparire o a essere fatto sparire.
Per questo va appesantito con norme e codici.
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