5G: un giro d’affari da 31.000 mld di dollari entro il 2030
Il 5G, ovvero la quinta generazione della telefonia mobile, potrebbe generare entro il 2030 un giro di affari globale fino a 31 trilioni di dollari, solo con la domanda dei consumatori.
Lo stima l’ultimo rapporto elaborato da Ericsson ConsumerLab, secondo cui i fornitori di servizi di comunicazione da soli potrebbero guadagnare 3,7 trilioni di dollari, una cifra che potrebbe aumentare ulteriormente con l’emergere di nuove opportunità di servizi digitali adiacenti, come il cloud gaming o le applicazioni di realtà aumentata, che potrebbero estendersi ad altre aree come lo shopping e l’istruzione a distanza.
“E poiché la rivoluzione è già in atto – suggerisce il rapporto – è probabile che quegli operatori capaci di offrire più rapidamente e in modo proattivo innovative proposte ai consumatori siano i principali vincitori”.
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Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.