I titoli del Tesoro americano sono saliti oggi e il mercato azionario e’ calato, mentre il mercato specula sul fatto che una curva dei bond “invertita” (lo U.S. Treasury a 10 anni da oggi rende meno di quanto renda il Treasury a 2 anni) possa significare un rallentamento dell’economia degli Stati Uniti e, nel peggiore dei casi, una recessione. Di conseguenza, in futuro, potrebbero essere messi in conto tagli dei tassi da parte della Federal Reserve.
La curva dei bond si e’ “invertita” oggi per la prima volta in quasi 6 anni. L’ultima volta e’ accaduto verso la fine del 1999, subito prima che il DJIA raggiungesse il suo picco storico nel gennaio 2000, e prima che lo S&P 500 e il Nasdaq Composite toccassero il top nel marzo 2000. Un indicatore che anticipo’ con largo anticipo la brutta recessione del 2001.
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FUGA DEI CAPITALI DALLE AZIONI AL REDDITO FISSO
Secondo alcuni analisti interpellati dall’agenzia Bloomberg, il marcato calo a Wall Street sarebbe stato principalmente dovuto “all’appiattimento della curva dei rendimenti evidenziato dal mercato dei Treasury e che segnalerebbe la possibilità di un rallentamento della crescita economica”. In particolare “si è verificata una inversione della curva dei tassi obbligazionari, con i rendimenti a breve termine superiori a quelli a lungo termine, un fenomeno che ha preceduto ognuna delle fasi di recessione vissute dagli Usa”.
Per Stephen Massocca, analista di Pacific Growth Equities a San Francisco, in giorni di trading molto ridotto l’attenzione degli investitori si è concentrata su un “potenziale movimento del mercato dei bond nel timore che possa segnalare una recessione a breve termine”.
Treasuries Rise on Speculation Flat Curve May Signal Slowdown
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Resta invertita la curva dei tassi.
Usa a rischio recessione?
MILANO – Per il secondo giorno consecutivo, la curva dei rendimenti dei titoli di Stato governativi americani prsenta un’inclinazione negativa. La curva è infatti invertita, con i rendimenti a breve (2 anni) al 4,377%, un livello superiore rispetto a quelli a più lungo termine (10 anni) che si trovano al 4,367%. Era già accaduto ieri.
Come noto, l’inversione della curva (rendimenti a breve piu alti di quelli a lunga) e una sua persistenza con questa configurazione è generalmente intepretata dagli eocnomisti come un segnale anticipatore di una fase di recessione economica. Così è stato per le recessioni usa del 1980-81, del 1990-91 e 2000-01, stessa musica per l’europa. Non accadeva quindi da cinque anni di vedere la curva dei rendimenti dei titoli di stato Usa invertita. In un recentissimo report, gli economisti di Morgan Stanley avevano previsto, nei prossimi mesi, un’inversione della curva dei rendimenti che avrebbe preceduto la recessione del 2007.
L’andamento dei treasuries americani desta preoccupazione dal momento che le ultime 4 recessioni sono state proprio precedute da un’inversione della curva dei rendimenti simile a quella vista oggi. In effetti gli economisti sono piuttosto cauti nel maneggiare il dato.
Per Matteo Radaelli di Rasbank, “le possibilità di una recessione negli Stati Uniti sono minime”. L’appiattimento della curva dei rendimenti rappresenta certamente “un campanello d’allarme” da non sottovalutare, specie in considerazione di un prezzo del greggio molto alto e di una fase restrittiva di politica monetaria. Essa potrebbe però anche segnalare che la fase di rialzo dei tassi americani da parte della Federal Reserve è vicina alla fine.
Per Angelo Drusiani, gestore obbligazionario di Albertini Syz, la fase di rialzo dei tassi americani è infatti in dirittura d’arrivo. Nella prima metà del 2006 i tassi Usa potrebbero arrivare al 5% dal 4,25% attuale. La Federal Reserve potrebbe iniziare dare il via, già a ottobre, a una politica monetaria espansiva con il primo ritocco all’ingiù del costo del denaro.
Da segnalare inoltre che anche oggi la giornata anche sul reddito fisso è caratterizzata dall’esigiutà di scambi per via del clima semifestivo dei mercati, a cavallo tra le feste di Natale e del Capodanno.
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