Regno Unito, previsto a fine 2020 il peggior crollo del Pil in 300 anni
L’economia britannica lascerà sul campo l’11,3% del Pil nel 2020, un calo che l’Office for Budget Responsibility giudica il più ampio da 300 anni. Nel 2021 il rimbalzo previsto sarà del 5,5% mentre nel 2022 sarà del 6,6%, per poi proseguire a +2,3 e +1,7% nei due anni successivi. Il prodotto interno lordo ritornerebbe ai livelli pre-Covid entro il quarto trimestre del 2022; a fine 2025 la crescita britannica si ritroverebbe più bassa del 3% rispetto alle previsioni che il governo aveva elaborato a marzo, prima dell’ondata di contagi primaverile.
Nel frattempo i prestiti richiesti nel Regno Unito hanno raggiunto i maggiori livelli mai sperimentati in tempo di pace.
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Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.