Brexit: l’ultima sfida per i mercati nel 2020 dopo vaccino ed elezioni Usa
di Nadège Dufossé, Head of Cross Asset Strategy di Candriam
La visione di Candriam sui mercati si è evoluta con il superamento di due eventi principali: le elezioni Usa e l’annuncio di un vaccino efficace. Abbiamo quindi una posizione positiva sull’azionario europeo ed emergente, sui settori value come le banche – sia in Europa sia negli Stati Uniti – e sulle small cap statunitensi.
Le obbligazioni Investment Grade europee e USA così come le obbligazioni più rischiose come il debito emergente e le obbligazioni convertibili, stanno rafforzando la strategia. Se da un lato possiamo aspettarci che i mercati finanziari incorporino queste notizie, piuttosto positive, nel prossimo futuro, dall’altro le prospettive a medio termine stanno innegabilmente migliorando e continueranno a farlo, se il vaccino si rivelerà davvero un game-changer.
Sul fronte della politica americana, Joe Biden si trova a ereditare un Paese profondamente diviso dopo delle elezioni che si sono rivelate molto polarizzate. Il neo-presidente ha subito dichiarato di voler riunire il Paese ma, senza una maggioranza al Congresso, il suo ambizioso programma Build Back Better sarà difficile da realizzare.
Inoltre, tra le questioni più urgenti da affrontare c’è il nodo del sostegno fiscale all’economia. Il Congresso dovrebbe almeno votare una risoluzione per la proroga del pacchetto di aiuti prima dell’11 dicembre. Potrebbe anche deliberare di estendere i programmi supplementari di assistenza per i disoccupati, che scadono il 31 dicembre e offrono un aiuto minimo agli Stati che stanno per esaurire le risorse. Ma il nuovo Presidente potrebbe spingere i suoi poteri esecutivi e costituzionali al limite e oltre per perseguire un’agenda diversa.
Per quanto riguarda l’altro tema chiave, ovvero quello del vaccino contro il Covid-19, al momento la notizia della sua efficacia sembra aver placato i timori legati alla seconda ondata, sostenendo i mercati azionari globali e al tempo stesso stia frenando la corsa ai beni rifugio. Mentre ci avviciniamo al 2021, l’idea stessa di poter tenere sotto controllo la pandemia dal prossimo anno ci una ragione sufficiente per pensare che ci stiamo muovendo verso prospettive migliori.
C’è, tuttavia, almeno un ultimo ostacolo: la Brexit. Di recente sono riprese le trattative nel Regno Unito e, dalle ultime settimane, il tono è apparso diverso, meno aggressivo. Il ministro degli Esteri britannico non parla più dei confini della “Red Line”, ma sta piuttosto optando per una retorica di compromesso.
Sul fronte della Commissione UE, Michel Barnier, si è detto disposto a dialogare sul tipo di compromessi per i diritti di pesca che si renderanno necessari. Tuttavia, oltre alla pesca ci sono ancora importanti punti in sospeso: la garanzia di parità di condizioni e l’attuazione a lungo termine del Protocollo irlandese.
Esistono tre possibili scenari per il periodo post-transizione: un accordo onnicomprensivo, una Brexit che seguirebbe le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio o l’ipotesi più probabile di un partenariato economico (55%), come ad esempio un accordo di libero scambio per le merci esenti da quote e da dazi.
Brexit condizionata dai rapporti con gli Usa
Con la vittoria di Joe Biden alle elezioni americane, il primo ministro britannico Boris Johnson ha poi definitivamente perso la presa sulle trattative Brexit, poiché Biden – a differenza di Donald Trump – ha già espresso il suo sostegno a favore di un Brexit a condizione che essa rispetti l’accordo del Venerdì Santo.
Inoltre, Biden ha già avvertito Johnson che non ci sarà alcuna possibilità di un accordo commerciale tra Regno Unito e Stati Uniti se la Brexit dovesse in qualche modo compromettere la pace in Irlanda del Nord. È quindi improbabile che Boris Johnson possa proseguire con questa via rischiando una collisione sia con Biden che con l’UE.
Supponendo che la Brexit si trasformi in un accordo di libero scambio, le implicazioni per i mercati finanziari sono piuttosto positive. La sterlina dovrebbe apprezzarsi, l’azionario UK dovrebbero sovraperformare il mercato e, a causa della sua minore esposizione agli utili esteri, il FTSE 250 dovrebbe sovraperformare il FTSE 100.