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(WSI) – Dall’acciaio (la canadese Dofasco) alle apparecchiature biomedicali (l’americana Guidant), la finanza globale è teatro in questo primo scorcio del 2006 di battaglie furibonde a suon di offerte e controfferte. E alla moda non poteva sfuggire l’economia della conoscenza. A far da battistrada è stata la partita per la Vnu, holding olandese che, tra l’altro, controlla Ac Nielsen. Ma la guerra non decolla.
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E, di conseguenza, S&P ha abbassato il rating: il sospetto è che i soci, in assenza di offerte, si accontenteranno di uno spezzatino a danno della società. Chi si tiene lontano dalla bagarre è Berkshire Hathaway, che ieri ha annunciato l’acquisto di Business Wire, leader mondiale nella distribuzione dei comunicati stampa (più di 1.000 al giorno).
È un affare d’oro perché, sull’onda delle richieste crescenti delle varie Consob, l’annuncio stampa via e-mail secondo le regole è destinato a sicura e consistente crescita. E a guadagnarci sarà il vecchio Warren Buffet e il consigliere più giovane, cui il mitico Warren ha ormai affidato un ruolo sempre più rilevante nelle strategie: un certo Bill Gates.
Banche turche
L’economia turca, assicura la Banca Mondiale, non subirà danni dall’epidemia di influenza aviaria che ha investito il Paese. Ancor meno patirà la Borsa, che da ottobre (quando è stato segnalato il primo caso) ha macinato un rialzo del 29 per cento. Ma, soprattutto, non c’è pollo che possa arrestare la corsa delle banche turche. Secondo Morgan Stanley non c’è affare migliore della Vakif Bank: un potenziale di crescita, secondo il modello della banca d’affari, del 66 per cento. Ma, con un p/e compreso tra 5 e 7 e un tier 1 tra il 20 e il 25%, sono molte le banche interessanti, bersagli per eventuali acquisizioni. Al secondo posto c’è anche Garanti, un istituto che però Banca Intesa, dopo mesi di trattative, preferì lasciare al proprio destino.
Vivendi
È una sconfitta europea sul fronte dell’economia globale. Vivendi, quotata a New York dal 2000 con l’ambizione di sfidare in casa propria i media americani, si ritirerà a giugno da Wall Street. Ormai il volume di titoli trattati al Nyse era meno del 5% del totale. E tuttavia, rappresenta allo stesso tempo una vittoria dell’Europa. Ormai buona parte degli investitori Usa che possiedono quote di Vivendi preferiscono operare su Euronext Parigi, piuttosto che a Wall Street.
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