I Certificates: uno strumento per la diversificazione che merita di essere approfondito
Una buona diversificazione nei portafogli degli italiani non può escludere i certificates, vediamo insieme perché e cosa sono!
a cura di Raffaele Settimio e Michela Marinucci
In ordine alfabetico in Italia abbiamo queste tipologie:
AIRBAG (ACCELERATOR, PARACHUTE)
BONUS (CAP, TOP, REVERSE)
CASH COLLECT (FIXED, PREMIUM, MEMORY..)
EXPRESS (ATHENA, ATHENA FIXED, PHOENIX)
Noi utilizziamo soprattutto quelli con cedola, con memoria della cedola in caso di non raggiungimento della barriera nella tipica osservazione annua. Talvolta anche quelli con bonus e super cedola iniziale, che ci aiutano in caso di ottimizzazione fiscale di minusvalenze generate nei 4 anni precedenti o che il cliente si porta nello zainetto fiscale dopo che chiude un rapporto con altra banca.
Le minusvalenze rappresentano un credito fiscale che puoi recuperare attraverso la compensazione con successive plusvalenze. Il Fisco italiano stabilisce che le plusvalenze sono tassate (dal 1° luglio 2014) con l’aliquota del 26%, ad eccezione dei titoli di stato ed organismi sovranazionali che sono tassati al 12,50%. Facciamo un ripasso di educazione finanziaria sui redditi di capitale e redditi diversi.
Generano “redditi di capitale” e quindi non possono compensare minusvalenze:
● gli ETF;
● i fondi comuni di investimento;
● le cedole delle obbligazioni;
● i dividendi delle azioni.
Generano “redditi diversi” e, viceversa, consentono di recuperare minusvalenze:
● le azioni;
● le obbligazioni;
● gli Etc;
● i Certificates;
● i Derivati (opzioni e futures)
Dal punto di vista della fiscalità dunque i Certificates sono strumenti molto efficienti poiché permettono la compensazione di minus in portafoglio con le plusvalenze generate dal prodotto.
Fra le categorie di certificati che preferiamo per i nostri clienti troviamo quelli a capitale condizionatamente protetto, che permettono una esposizione al rischio sia al ribasso che al rialzo mentre offrono una garanzia parziale del capitale.
Cosa vuol dire garanzia parziale del capitale? Che è condizionata al verificarsi di determinate condizioni stabilite in fase di emissione dalla società emittente, istituzione finanziaria che provvede alla costruzione ed al collocamento in Borsa, il SEDEX in Italia.
I certificati sono sempre liquidi, esiste un market maker, che spesso coincide con il trading desk dell’emittente.
Si stabiliscono appunto dei livelli di barriera di protezione del capitale, per esempio in questi casi variano dal 50 all’80%.
In base alle performance di una attività finanziaria sottostante si cerca la replica, appunto. Le attività sottostanti possono essere indici, basket di titoli azionari, una valuta o una materia prima, detta commodity.
Al momento dell’emissione viene fissata la barriera, al di sotto del livello del sottostante. Anche in presenza di ribassi del sottostante l’investitore può recuperare il capitale investito o addirittura un rendimento positivo.
Uno dei motivi per cui i Certificates hanno grande appeal verso gli investitori è rappresentato appunto dalla distribuzione di cedole periodiche (coupon). I Certificates di recente emissione hanno cedole mensili o trimestrali. In anni di tassi a zero ciò rappresenta un aspetto da non trascurare. Il reddito derivante dai Certificates è soggetto all’aliquota fiscale del 26%, ma le plusvalenze realizzate costituiscono redditi diversi. Quindi puoi compensare le perdite maturate su altri strumenti in regime amministrato o gestito.
In pratica puoi recuperare le minusvalenze realizzate su azioni, fondi ed ETF. E questo è un grande vantaggio.
Che peso possono avere i Certificates all’interno del tuo Portafoglio?
Il loro peso complessivo può variare tra un minimo del 10% ed un massimo del 25-30%. Trattandosi di strumenti complessi è preferibile evitare l’investimento “fai da te”.
Come funzionano le cedole nei certificati con capitale garantito?
Nelle varie date di osservazione cedolare, i certificati a capitale garantito possono distribuire cedole o premi, condizionati al verificarsi di predeterminate condizioni sui sottostanti. Possono anche non distribuire cedole durante la loro vita ma offrire all’investitore una partecipazione ad eventuali profitti del sottostante cui fanno riferimento. La partecipazione può essere direttamente proporzionale all’andamento del sottostante cui è legato il certificato con capitale garantito. Può però essere anche in proporzione maggiore (come 130%) o minore (per esempio l’80%). In questi casi si avrebbe una partecipazione più (o meno) proporzionale a eventuali profitti.
I certificates Cash Collect hanno una vita predeterminata, con una scadenza fissa. È possibile che sia presente l’opzione autocallable, in grado di innescare il richiamo del prodotto da parte dell’emittente al verificarsi di predeterminate condizioni. L’opzione autocallable, se si dovesse attivare, potrebbe ridurre – anche in maniera significativa – la durata del certificato.
Nei certificates Cash Collect la barriera può essere osservata soltanto a scadenza (barriera discreta), oppure può essere osservata durante tutta la vita del certificato (barriera continua). Chiaramente il primo caso è maggiormente favorevole per l’investitore, in quanto elimina eventuali sbavature dei mercati determinate da eccessi di volatilità.
Nel caso in cui a scadenza il sottostante si trovi al di sotto del livello barriera l’investitore incapperebbe in una perdita, proporzionale alla discesa del sottostante rispetto allo strike. Per esempio, poniamo un certificato Cash Collect con valore nominale 1.000 euro. La barriera in questo esempio è posizionata al 60%. L’investitore vede quindi il suo capitale protetto anche nel caso di significativi ribassi, a patto che questi non superino il 40%. Se, per ipotesi, il sottostante si trovasse a scadenza in calo del 48%, la barriera risulterebbe infranta. Si sarebbe quindi verificato l’evento barriera ed il rimborso tendenzialmente sarebbe pari al 52% del valore nominale. Non verrebbero intaccate eventuali cedole percepite durante la vita del certificato.
È possibile che l’emittente abbia impostato meccanismi come quello dell’Airbag nel certificato, volto a mitigare l’effetto di eventuali ribassi sui prezzi. In questo modo l’investitore potrebbe ottenere una performance migliore rispetto a quella del sottostante. Per verificare il funzionamento dei certificates Cash Collect (ed in generale di tutti i prodotti finanziari derivati) è fondamentale leggere con attenzione il prospetto informativo ed ogni altro documento fornito dall’emittente.
L’effetto memoria nelle cedole
I certificates Cash Collect possono offrire l’effetto memoria. Se l’emittente del certificato lo ha inserito, eventuali cedole non percepite non saranno perse. Nel caso in cui il sottostante tornasse al di sopra del livello barriera in successive date di osservazione l’investitore incasserebbe la cedola dovuta e quella (o quelle) precedentemente portate a memoria.
Anche questo è un aspetto da tenere in considerazione al momento dell’acquisto di un prodotto finanziario di questo genere. In alcuni Cash Collect certificates, una caduta del sottostante è stata seguita da un successivo recupero.
Si pensi a quelli facenti riferimento alle azioni nel 2020. Se vi era l’effetto memoria in molti casi le cedole sono state recuperate. Viceversa, se non c’è l’effetto memoria, le cedole non distribuite sono perse e non recuperabili in successive date di osservazione del certificato Cash Collect.
Certificates Cash Collect a capitale garantito
Come tutti i certificates, i cash collect possono anche essere a capitale garantito al 100%, oppure a capitale parzialmente garantito (con una protezione, per esempio, del 90%). In tal caso l’investitore conoscerà in anticipo il valore minimo di rimborso del prodotto. Nel caso di certificates Cash Collect con capitale interamente garantito, il rimborso a scadenza sarà pari o superiore al valore nominale. Sarà pari al valore nominale se il sottostante dovesse performare in maniera non positiva, mentre se il sottostante del certificato rimanesse al di sopra di predeterminati livelli, l’investitore riceverebbe cedole periodiche o premi aggiuntivi.
Insomma, da tenere in portafoglio: per risparmiare, guadagnare, ottimizzare!
Questo articolo fa parte di una rubrica di Wall Street Italia dedicata ai consulenti finanziari che vogliono raccontare le loro esperienze e iniziative professionali. Se siete interessati a pubblicare una vostra storia scriveteci a: social.brown@triboo.it
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