Economia

Auto elettriche: entro il 2040 saranno più della metà

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Entro il 2040, più di metà delle auto sarà a trazione elettrica considerando che il mercato continua a crescere rapidamente. Secondo un recente sondaggio realizzato da Bain & Company, i consumatori sono sempre più propensi ad acquistare auto elettriche, ma le case automobilistiche continuano a perdere denaro per produrle e venderle.

Nonostante questo, la spinta globale verso i veicoli elettrici – sostenuta dagli incentivi e dalle politiche nazionali – è forte ed entro il 2025, circa il 12% di tutte le nuove auto vendute nel mondo sarà completamente elettrico.

Entro il 2040 poi, questa cifra sarà superiore al 50%. La batteria è una componente chiave dal punto di vista dei costi – per le case produttrici – e rappresenta il 30% dei costi di produzione.
Secondo Bain & Company grazie alle migliorie tecnologiche e all’ottimizzazione della produzione in scala, i costi delle batterie passeranno da 124 dollari per chilowattora a 100 dollari per chilowattora entro il 2025, con un calo del 19,4%.

Il mercato delle auto elettriche in Italia

E in Italia? Il nostro paese “mostra caratteristiche strutturali alquanto diverse rispetto agli altri Paesi europei” afferma Gianluca Di Loreto, Partner di Bain & Company.

Il parco circolante auto italiano è composto in prevalenza da vetture piccole e compatte. I segmenti di auto medie e grandi, nei quali la presenza dei sistemi di guida assistita è più diffusa, pesano meno del 10%; in Germania e nel Regno Unito sono invece tra il 20% ed il 30%. Sarà quindi necessario indurre un ricambio veloce del nostro parco circolante, sia per accelerare la transizione verso trazioni alternative, sia per sostituire vetture obsolete con mezzi più nuovi dotati dei sistemi di sicurezza più avanzati.

“In Italia le vetture elettriche fanno ancora fatica a conquistare l’attenzione dei consumatori. Il paragone con gli altri Paesi europei mostra come a fronte delle 103.000 immatricolazioni della Germania (elettriche pure e ibride plug-in) e delle quasi 90.000 della Norvegia, nel 2019 l’Italia si è fermata a poco più di 16.000. Gli incentivi stanno contribuendo ad incrementarne la penetrazione, aumentata durante la pandemia ma al confronto di un mercato totale molto più piccolo. A novembre non avevano ancora raggiunto il 3% del totale”.