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Smart working: oltre il 60% delle aziende vede incrementi di produttività

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La maggioranza delle aziende hanno riportato miglioramenti di produttività dall’impiego dello smart working nel terzo trimestre del 2020, anche se non mancano gli elementi di inefficienza. Lo rileva un’indagine condotta dalla società di consulenza Capgemini effettuata in nove Paesi avanzati, tra cui l’Italia.

La società di consulenza ha effettuato due indagini tra settembre e ottobre a 500 organizzazioni attive in diversi settori, con almeno 1 miliardo di dollari di fatturato, e 5.000 dipendenti.

Emerge, così, che nel terzo trimestre il 63% delle società intervistate dichiara un incremento della produttività dei dipendenti, grazie alla riduzione dei tempi necessari per raggiungere il luogo di lavoro, alla flessibilità degli orari lavorativi e all’adozione di validi strumenti di collaborazione virtuale.

In Italia la percentuale non cambia di molto: il 61% delle organizzazioni riferisce un aumento della della produttività.
Più critica la situazione descritta dalle società britanniche per le quali il lavoro da remoto avrebbe aumentato la produttività solo nel 46% e, in un caso su tre, l’avrebbe addirittura diminuita.

 

Più in generale, l’88% degli intervistati ha registrato risparmi sui costi immobiliari grazie al lavoro da remoto, mentre il 92% prevede di realizzare un ulteriore risparmio nei prossimi due o tre anni.

A dimostrazione della convenienza dello smart working per l’azienda, circa tre organizzazioni su dieci dichiarano di aspettarsi una quota di lavoratori da remoto al 70% entro tre anni, rispetto a poco più del 10% registrato prima dell’avvento del Covid-19. Quasi la metà del campione (48%) stima una riduzione del 10% dello spazio complessivo da destinare a uso ufficio.

Smart working, timori e difficoltà dei dipendenti da remoto

Nonostante il recente aumento della produttività, i dipendenti hanno espresso preoccupazioni in merito alla possibilità di svolgere l’attività lavorativa da remoto sul lungo periodo.
Circa il 56% teme infatti che venga loro richiesto di essere ‘always on’ (sempre disponibili), una percentuale che raggiunge il 60% per i dipendenti di età compresa tra i 26 e i 35 anni.

Inoltre, il 54% dei nuovi assunti in modalità smart working all’interno di un team dichiarano di provare confusione e spaesamento durante i primi giorni di lavoro, mentre il 52% ha affermato di non essere a conoscenza dei valori e dei benefici della loro organizzazione.