L’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) ha deciso di prolungare in vincoli di trasparenza introdotti a settembre sulle vendite allo scoperto, per un periodo di ulteriori tre mesi. Gli investitori rimarranno tenuti a comunicare alle authority nazionali di vigilanza se le posizioni corte “raggiungono, superano o scendono al di sotto” dello 0,1% del capitale azionario emesso.
Gli obblighi temporanei di trasparenza si applicano a qualsiasi persona fisica o giuridica, indipendentemente dal paese di residenza, ha chiarito l’Esma, ma “non si applicano alle azioni ammesse alla negoziazione in un mercato regolamentato in cui la sede principale per la negoziazione delle azioni è situata in un paese terzo, così come le attività di market making o stabilizzazione”.
Vendite allo scoperto, timore di un crollo improvviso
“Il rischio di un disaccoppiamento tra le valutazioni degli asset e i fondamentali economici persiste, il che solleva interrogativi sulla sostenibilità del rimbalzo del mercato di qui in avanti”, ha scritto l’Esma, “la misura in cui questi rischi si concretizzeranno dipenderà in modo cruciale da tre fattori:
- l’impatto economico della pandemia,
- le aspettative del mercato monetario e le misure di sostegno fiscale,
- nonché l’eventuale verificarsi di ulteriori eventi esterni in un contesto già fragile”.
Anche per queste ragioni, “le autorità di tutta l’Ue devono essere in grado di identificare in anticipo se le posizioni corte nette che si stiano sviluppando in una misura che potrebbe portare a minacce ai mercati finanziari”, ha scritto l’Esma nella sua decisione, un’instabilità che potrebbe essere “aggravata dalle pressioni esercitate delle vendite allo scoperto”.