Riesplode l’interesse degli italiani per il trading on line. Crescono i volumi di attività relativi alla prestazione di servizi di investimento esecutivi nel primo semestre del 2020 con l’esecuzione ordini che segna +31,3%, ricezione e trasmissione di ordini +29,3% e negoziazione in conto proprio +45,7%.
Così emerge dall’ultimo Bollettino statistico della Consob che riporta i dati sulle società quotate e l’intermediazione finanziaria nel primo semestre 2020, in cui si evidenziano i primi segnali della crisi economica conseguente alla pandemia.
Il Bollettino statistico della Consob
Il Bollettino inoltre evidenzia come il controvalore degli scambi di azioni di società quotate italiane su mercati regolamentati e sistemi multilaterali di negoziazione italiani ed esteri è cresciuto del 23,5% rispetto al primo semestre del 2019.
A seguito dell’andamento negativo dei mercati nei primi mesi dell’anno, alla fine di giugno la capitalizzazione di Borsa ha però registrato una flessione del 16,4% e il rapporto fra capitalizzazione e PIL è al 33,5%.
Nonostante il balzo registrato dal mondo del trading gli italiani sono stati più prudenti per quanto riguarda le altre forme di investimento. Dal Bollettino emerge una preferenza degli investitori per le attività liquide e una riduzione del controvalore degli strumenti finanziari detenuti presso intermediari italiani per servizi di investimento e di gestione del risparmio (-2,3%). Come si legge nel Bollettino dell’Autorithy guidata da Paolo Savona, nei primi sei mesi del 2020 i premi lordi derivanti dal collocamento di prodotti assicurativi a prevalente contenuto finanziario distribuiti in Italia da intermediari italiani hanno fatto registrare un calo notevole (-33,4%), dovuto alla flessione dei premi relativi alla distribuzione di polizze unit linked (-34%).
A causa della riduzione dei prezzi di mercato a fine giugno 2020, il patrimonio gestito da intermediari italiani risultava in calo rispetto alla fine del 2019 (-1,4%).
Nel portafoglio azionario della clientela professionale cresce il peso dei titoli esteri a scapito di quelli italiani mentre la clientela retail si rifugia nei titoli di stato. In crescita infine la raccolta lorda di strumenti finanziari pari a circa 209 miliardi di euro (+17,9%), mentre la raccolta di prodotti assicurativi a prevalente contenuto finanziario fatta da intermediari italiani è stata di circa 14,7 miliardi di euro (-33,4%).