Matteo Renzi torna a criticare il Recovery plan. E non nasconde la possibilità di uscire dalla maggioranza, se il governo non troverà un accordo con Italia Viva nella definizione del piano di rilancio dell’economia italiana nel post-Covid.
“Pensiamo che il piano predisposto dal presidente del Consiglio manchi di ambizione, sia senz’anima. Si vede che non c’è un’unica mano che scrive. E’ un collage talvolta raffazzonato di pezzi di diversi ministeri. Si vede la mano burocratica di chi mette insieme i pezzi” afferma Renzi in una conferenza stampa in Senato, anticipando che mercoledì Italia Viva si presenterà dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri con 61 proposte. “Chiediamo a questo governo di cambiare passo perché questo piano cosi com’è è davvero deludente”.
Recovery plan: domani incontro Iv-Gualtieri
Il Recovery plan sarà al centro di una due giorni di incontri il oggi 29 e domani 30 dicembre fra i partiti e i ministri dell’Economia Gualtieri e delle Politiche Ue Amendola.
Come ha spiegato il leader di Italia Viva:
“Mercoledì mattina il ministro Gualtieri ospiterà la delegazione di Iv. Con questa delegazione presenteremo 61 punti su cui al momento non siamo d’accordo” col documento del governo sull’impiego dei fondi del Recovery. “Dico al momento perchè chiederò ai parlamentari di Iv di indicare eventuali ulteriori suggerimenti. Andremo combattivi come sempre”.
E a chi gli chiede sulla possibilità di uscire dalla maggioranza, spiega:
“Se le nostre idee non vanno bene c’è la possibilità di una maggioranza senza di noi, per noi le idee valgono più delle poltrone. Se il premier non vorrà parlare di contenuti con Iv ne prenderemo atto, questo piano lo abbiamo letto e studiato, e c’è un ampio margine di miglioramento”.
La controproposta di Iv?
“È partire dalla parola Ciao. Il progetto Ciao tiene insieme Cultura, Infrastrutture, Ambiente, Opportunità. Il filo rosso è la parola lavoro. Pensiamo si possano creare migliaia di posti di lavoro” aggiunge Renzi. “Ci sono i 19 miliardi su scuola, università e ricerca: proponiamo di raddoppiare la cifra sul capitale umano. Infine il Mes per la sanità, “su questo punto non torniamo indietro. I denari del Recovery fund sono più condizionati di quelli del Mes. Oggi si contano 273 medici morti, trovo vergognoso che si stia ancora a discutere dei 36 miliardi del Mes”.