Tempi duri per chi ha debiti col fisco. La sospensione delle cartelle esattoriali, decisa nel 2020 a causa delle crisi causata dal COVID, non è rientrata tra le mille proroghe del decreto di fine anno. Di conseguenza Governo e i comuni hanno riacceso i motori della riscossione coattiva e nono solo.
Anche l’Agenzia delle Entrate riavvierà la macchina per notificare atti di accertamento, pignorare stipendi e conti correnti e, per contribuenti con debiti superiori a mille euro, bloccare la possibilità di compensare eventuali crediti d’imposta, come scrive il Sole 24 Ore.
Fisco, in arrivo 50 milioni di atti
Parliamo di una “pioggia” di 50 milioni di atti che l’amministrazione ha iniziato ad inviare dal 1 gennaio: 35 milioni tra atti di riscossione (cartelle, ipoteche, fermi amministrativi) sospesi nel 2020 ai quali si aggiungono quelli di inizio 2021.
Sono invece 15 milioni gli accertamenti e le lettere di compliance. Il Governo ha già annunciato che punterebbe a una nuova rottamazione e al saldo e stralcio.
Il Governo pensa a rottamazione
Si tratta di una valanga che rischia di abbattersi sugli italiani già provati dalla crisi e che ha spinto il governo a valutare l’ipotesi di introdurre una nuova rottamazione, la quarta in pochi anni, o o un nuovo saldo e stralcio.
“Penso che serva una rottamazione ‘quater’ per gli anni dal 2016 al 2019 per dare respiro a quei contribuenti con morosità incolpevoli. – spiegava ad esempio giorni fa la viceministra dell’Economia Laura Castelli (M5s) – Un nuovo saldo e stralcio potrebbe evitare la notifica di milioni di cartelle”.
In attesa delle decisioni del governo ci si può comunque tutelare ricorrendo alle regole attuali. In particolare la rateizzazione.
Lo stop intanto ha creato un notevole buco per l’erario: il gettito delle entrate tributarie erariali derivanti da attività di accertamento e controllo nei primi 10 mesi dell’anno – ha spiegato il Mef – si è attestato a 6,8 miliardi nei primi 10 mesi con un calo di 3 miliardi, pari a -30,8%.