Il rapporto fra positivi al Covid-19 e casi testati (esclusi i tamponi di controllo su soggetti già positivi) è in forte aumento nella settimana compresa fra il 30 dicembre e il 5 gennaio, passando dal 26,2 al 30,4%.
Secondo la Fondazione Gimbe l’aumento del tasso di positività, che era già scattato dal 16-22 dicembre, prelude a una terza ondata la cui entità è attualmente sottostimata “dalla decisa frenata dell’attività di testing delle ultime due settimane”. Dal 23 dicembre al 5 gennaio, rispetto ai quattordici giorni precedenti, il numero dei tamponi totali si è ridotto del 20,9%.
E’ quanto si legge nell’ultimo rapporto della fondazione attiva nell’analisi indipendente dei dati sanitari sul Covid-19. In sintesi, il commento della Gimbe sulla situazione attuale è il seguente:
- “Gli effetti delle misure introdotte con il DPCM 3 novembre 2020 si sono definitivamente esauriti.
- Le curve cominciano a riflettere i progressivi allentamenti che hanno portato ad un’Italia tutta gialla, eccetto Campania (per propria scelta) e Abruzzo.
- L’eventuale impatto delle misure introdotte dal Decreto Natale sarà visibile solo dopo metà gennaio”.
“Le nostre analisi documentano che, a circa 5 settimane dal picco, il sistema delle Regioni “a colori” ha prodotto effetti moderati e in parte sovrastimati: i casi attualmente positivi per la netta riduzione di casi testati nel mese di dicembre, i ricoveri e le terapie intensive per gli oltre 20 mila decessi nelle 5 settimane di osservazione”, ha commentato il presidente della Gimbe, Nino Cartabellotta.
Di seguito i dati relativi alla settimana compresa fra il 29 dicembre 2020 e il 5 gennaio 2021.
- Decessi: 3.300 (+3,6%)
- Terapia intensiva: +20 (+0,8%)
- Ricoverati con sintomi: -267 (-1,1%)
- Nuovi casi: 114.132 (+26,7%)
- Casi attualmente positivi: +433 (+0,1%)
Covid, le prospettive dopo l’ok dell’Ema al vaccino Moderna
Con l’approvazione da parte dell’Ema del vaccino Moderna aumenteranno, ma non in modo risolutivo, le dosi a disposizione dell’Italia entro giugno (22,8 milioni di dosi). Il messaggio della Fondazione Gimbe, pertanto rimane assai prudente anche su questo fronte:
“Al di là dell’efficienza logistico-organizzativa del nostro Paese”, ha aggiunto Cartabellotta, “senza il via libera dell’EMA ad altri vaccini (AstraZeneca in primis) o l’anticipo (improbabile) di consegne, potremo vaccinare circa il 5% della popolazione entro marzo e meno del 20% entro giugno. In altre parole, siamo ancora lontani dal tradurre questa straordinaria conquista della scienza in un concreto risultato di salute pubblica”.
L’appello di Gimbe: rivedere il sistema “a semaforo”
“Le curve iniziano a risalire con un numero di casi attualmente positivi troppo elevato per riprendere il tracciamento, con ospedali e terapie intensive ai limiti della saturazione in metà delle Regioni e con i dati preoccupanti sulle nuove varianti del virus”, ha concluso il presidente della Gimbe, “in secondo luogo, urge un consistente restyling del sistema delle Regioni ‘a colori’, perché a fronte di risultati modesti in termini di flessione delle curve i costi economici e sociali sono sproporzionati. Infine, la comunicazione istituzionale deve diffondere la massima fiducia nel vaccino, ma al tempo stesso non alimentare aspettative irrealistiche che rischiano di far abbassare la guardia alla popolazione”.