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Bitcoin in caduta: in fumo il 26% dai massimi toccati venerdì

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Il Bitcoin ha invertito la rotta: a partire da ieri, 10 gennaio, la direzione della criptovaluta per eccellenza ha iniziato puntare verso il basso, fino a toccare oggi un minimo intraday a 30.862,83 dollari.
Ciò equivale a un calo del 26,45% rispetto al massimo storico aggiornato appena l’8 gennaio scorso, a quota 41.962,36 dollari (dati Coindesk).

Fca britannica: “Chi investe in cripto-asset sia pronto a perdere tutto”

Nel frattempo, oggi (11 gennaio) la Financial Conduct Authority, l’autorità di vigilanza britannica sul mercato ha diffuso una nota che ha lanciato un chiaro monito agli investitori: “La Fca è consapevole del fatto che alcune società stanno offrendo investimenti in criptoasset, o prestiti o investimenti legati a criptovalute, che promettono rendimenti elevati”, ha affermato l’authority, “se i consumatori investono in questi tipologie di prodotto, dovrebbero essere pronti a perdere tutti i loro soldi”.

“Come per tutti gli investimenti speculativi ad alto rischio”, ha proseguito la Fca, “i consumatori dovrebbero assicurarsi di comprendere in cosa stanno investendo, i rischi associati a tale investimento e qualsiasi protezione normativa applicabile”.

Bitcoin, i miner alleggeriscono il portafoglio

Il repentino crollo del Bitcoin nelle ultime 48 ore ha confermato, semmai dovesse occorrere qualche ulteriore chiarimento, che a prevalere sulla criptovaluta erano stati ancora una volta i movimenti speculativi (e non certo un rinnovato interesse nella moneta come strumento di pagamento).

Nel dettaglio, affermano alcuni esperti, sarebbero stati i miner (ossia i soggetti che attraverso le proprie macchine di calcolo permettono alla blockchain di essere efficiente in cambio di una ricompensa in Bitcoin), ad aver realizzato i propri guadagni vendendo i Bitcoin di cui erano in possesso.

“Le forti vendite spot in un mercato con una leva eccessiva ha causato il calo dei prezzi”, ha detto a CoinDesk il trader e analista Alex Kruger, senza però sbilanciarsi in merito sull’identità dei soggetti che hanno alleggerito il proprio portafoglio, se i miner o se altri macro trader.

L’analisi di un particolare indice, noto come Miner’s Position Index, metterebbe in luce come i minatori di Bitcoin avrebbero mostrato negli ultimi 30 giorni una tendenza alle vendite da parte di questo gruppo di investitori.
Il 10 gennaio tale indice avrebbe raggiunto il livello più alto dal luglio 2019, a quota 2,20 punti, ha scritto CoinDesk, precisando che ogni rapporto superiore ai 2 punti implica che i minatori stanno vendendo i propri Bitcoin.

Nel momento in cui scriviamo la criptovaluta ha già recuperato parte del crollo, benché in calo del 14,49% nelle ultime 24 ore, a 33.573,96 dollari – il che lascia intatta una performance da inizio anno positiva del +14,46%.