Torna a crescere l’ottimismo economico nella seconda metà dell’anno segnando +14% rispetto al primo semestre 2020 con il 57% delle imprese fiduciose sulla ripresa economica per i prossimi 12 mesi.
Così emerge dall’ultima edizione dell’International Business Report (IBR) del network di consulenza internazionale Grant Thornton, ricerca effettuata a livello globale sui dirigenti di circa 10.000 imprese del mid-market presenti in 29 Stati.
Imprese, in Italia tornano a sperare nel futuro
Anche l’Italia segue il trend globale registrando un +10%, con il 33% delle imprese positive sull’andamento dell’economia, mentre in Europa l’ottimismo cresce del +7%, pur restando ancora significativamente sotto la media del 2019 (47%) con solo il 36% di imprese positive. Ma a parte l’ottimismo, a causa degli effetti devastanti della prima e seconda ondata della pandemia, permangono delle criticità con cui le aziende si trovano a dover fare i conti.
Così, sebbene il 45% delle aziende prevede nei prossimi 12 mesi un aumento dei propri ricavi, il dato rimane al di sotto dei livelli pre-Covid del 2019.
In merito alla redditività, si allarga considerevolmente il numero di imprese che ne stima una crescita per il 2021, passando dal 32% al 44% del secondo semestre 2020, ma anche in questo caso la percentuale di crescita resta inferiore alla media storica.
I fattori che destano maggiore preoccupazione per le aziende
A preoccupare maggiormente le aziende, il peso dell’incertezza economica sullo sviluppo del business. La ricerca rivela come vi sia solo un miglioramento marginale (-4%) del numero di aziende che identifica l’incertezza come vincolo aziendale (62% la percentuale nella seconda metà dell’anno rispetto al 66% del 1° semestre). L’Italia si mostra in linea con il trend globale (61% vs 68%), mentre l’Europa si assesta al 55% (vs 59%).
Tra i fattori percepiti come di maggior impedimento alla ripresa vi è ancora la carenza di ordini, identificata come vincolo al business dal 52% delle imprese (55% nel 1° semestre 2020). Inoltre, la criticità delle condizioni di finanziamento resta un problema per il 46% delle aziende, che la ritiene un vincolo, in modo del tutto invariato rispetto alla prima metà dell’anno. Infine ulteriore ostacolo è rappresentato dai costi del lavoro, dichiarati anch’essi come vincolo dal 50% delle imprese (49% nella prima metà dell’anno).
Da segnalare in ultima istanza la crescita del numero delle aziende che prevede di assumere nuovo personale nel prossimo anno, passando dal 28% del primo semestre dell’anno al 38% del secondo semestre, il che dimostra come le imprese siano tornate a guardare avanti ad un futuro più promettente. L’ottimismo traspare anche dai risultati dell’Italia (dal 21% al 26%) e dell’Unione europea che mostra una tendenza molto simile a quella italiana (dal 20% al 26%).