Crisi di governo, cosa succede dopo la fiducia a Conte. Gli scenari possibili
Dopo avere ottenuto ieri sera una risicata maggioranza al Senato, nel corso di una seduta al cardiopalma, quali sono le prossime mosse del premier Conte?
Crisi di governo: maggioranza risicata, alla ricerca dei costruttori
Nel passaggio parlamentare il governo ha ottenuto lunedì la maggioranza assoluta alla Camera con 321 voti a favore (6 voti oltre la maggioranza assoluta pari a 315) e la maggioranza semplice al Senato (156 Si, dei quali 3 dei senatori a vita).
Si tratta di numeri che sul piano formale possono garantire a Conte di rimanere in sella ma l’esigua maggioranza è destinata a mettere in difficoltà l’attività dell’esecutivo sia in Aula sia nelle commissioni, paralizzando di fatto l’attività parlamentare.
Per ovviare a questo problema Il premier Conte si è dato dieci giorni di tempo per rimettere mano alla sua squadra di governo ed eventualmente allargare la maggioranza dopo l’uscita dalla compagine di governo di Italia Viva, la formazione di Matteo Renzi. A questo punto la maggioranza deve cercare in parlamento qualcuno disposto a sostenere l’esecutivo, i cosiddetti “costruttori” necessari per consolidare progressivamente i numeri della maggioranza.
Conte oggi al Quirinale, i 10 giorni per una nuova maggioranza
In giornata il presidente Conte salirà al Quirinale per riferire sull’esito del voto ottenuto alle Camere. Mattarella a questo punto non può costringere alle dimissioni un capo del governo non sfiduciato dalle Camere.
Entro la fine della prossima settimana, quindi, Conte dovrebbe avere un quadro più chiaro sulla nuova maggioranza di cui disporre. Il premier potrebbe così evitare le dimissioni e continuare con il Conte 2 se il patto con i “costruttori” prevederà solo l’assegnazione delle deleghe vacanti (Agricoltura, Famiglia e Pari opportunità, altre conferibili con decreto, Servizi segreti).
Se invece il rimpasto fosse più corposo e richiedesse la sostituzione di alcuni ministri, difficilmente Conte potrebbe evitare le dimissioni. In tal caso, salirebbe al Colle con un patto blindato sperando di ottenere un re-incarico per il Conte-ter.
Senza nuova maggioranza l’ipotesi di governo tecnico
Se invece il percorso di Conte alla ricerca dei “costruttori” troverà degli ostacoli le alternative a disposizione sarebbero tre.
Nel primo caso Conte potrebbe cercare di proseguirebbe con un governo di minoranza previo accordo solido con gli astenuti.
La seconda opzione è invece quella di un nuovo premier che potrebbe provare a raccogliere la fiducia intorno a un governo tecnico- istituzionale sull’esempio di quello guidato da Mario Monti nel 2011. Tra i nomi più accreditati per diventare il nuovo premier, l’ex presidente della Bce Mario Draghi o Marta Cartabia, ex presidente della Corte Costituzionale. Forza Italia e Lega sembrano disponibili a questo scenario, contrari invece Fratelli d’Italia.
Infine l’ultima alternativa sarebbe quella di nuove elezioni che potrebbero svolgersi prima dell’estate. Questo è lo scenario caldeggiato da Fratelli d’Italia.