Dopo il via libera allo scostamento di bilancio approvato ieri, 32 miliardi di disavanzo aggiuntivo (1,8% del Pil), il governo è al lavoro per la definizione del decreto Ristori 5.
Al momento appaiono numerose le incognite che circondano le nuove misure in preparazione. Incognite che potrebbero far slittare l’approvazione del provvedimento alla fine della settimana prossima.
Ristori 5, che cosa prevede il decreto
Uno dei pilastri è il pacchetto lavoro. Si starebbe lavorando sull’ipotesi blocco dei licenziamenti e estensione della Cig Covid garantendo una maggiore copertura, fino a 26 settimane per assegno ordinario e cassa in deroga.
In parallelo si dovrebbe anche confermare l’esonero contributivo alternativo all’utilizzo della cassa Covid, per chi fa rientrare i dipendenti al lavoro. Nei giorni scorsi il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, aveva parlato di una “consistente proroga” della Cig Covid con il prossimo decreto Ristori, ipotizzando però altre 18 settimane.
“Grazie allo scostamento di bilancio proseguiremo e completeremo gli interventi di sostegno già approvati e riconosciuti finora ai settori più colpiti dalla pandemia, che riteniamo debbano proseguire per tutto il tempo necessario”, ha assicurato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri spiegando che ci saranno nuovi stanziamenti per interventi a tutela del lavoro, che consentiranno “di finanziare un nuovo periodo di cassa integrazione per quelle imprese che continuano ad avere difficoltà a causa del Covid-19”.
Fari sulle parte IVA
Nel decreto sarà previsto inoltre lo stanziamento di 1,5 miliardi per la decontribuzione delle partite Iva, impegno preso con il Parlamento. Lo schema degli indennizzi a tutte le categorie colpite, compresi i professionisti, dovrebbe superare il criterio dei codici Ateco e guardare al calo di fatturato, non più su base mensile, ma su base semestrale o annuale.
Allo studio nuova rottamazione cartelle
Infine, il capitolo fiscale. Dopo la proroga che ha previsto lo slittamento al 31 gennaio 2021 delle notifiche dei versamenti delle cartelle esattoriali così come dei pignoramenti di stipendio e di pensione, il governo intende intervenire nel dl Ristori per rimodulare l’attività di riscossione
Allo studio c’è una nuova rottamazione delle cartelle, la quarta appunto che dovrebbe consentire di regolare i conti con il fisco senza pagare sanzioni e interessi e dovrebbe riguardare i ruoli relativi agli anni 2018 e 2019