La Gates Foundation ha donato finora 1,75 miliardi di dollari per “sostenere la ricerca, lo sviluppo e la fornitura equa di strumenti salvavita” nella lotta al Covid-19. Bill Gates è stato molto attivo, inoltre, nel dibattito sulla pandemia da coronavirus, e forse anche per questo è stato coinvolto nelle più spinte dietrologie anti-vaccini.
Ma quali sono le previsioni del fondatore di Microsoft sull’andamento della pandemia, e sulla possibile fine di questa tragica esperienza? Lo scorso dicembre il miliardario ha rilasciato le sue ultime impressioni in un’intervista all’Hindustan Times: “Entro l’estate del 2021, i paesi ricchi avranno una maggiore copertura vaccinale rispetto ad altri paesi, quindi i paesi ricchi torneranno per lo più alla normalità”.
Gates, così come già sottolineato da Amnesty e dall’Organizzazione mondiale della sanità, ha tenuto a sottolineare che questa pandemia risentirà molto di una distribuzione assai ineguale del vaccino.
Paesi ricchi e resto del mondo: due scenari diversi
“Poiché il virus sarà ancora nel mondo”, nell’estate 2021, “saremo ancora prudenti riguardo ai grandi eventi pubblici, e porteremo ancora la mascherina”, ha aggiunto Gates. “Abbiamo davvero bisogno di eliminare questo virus, quasi ovunque, altrimenti come abbiamo visto accedere anche in paesi che hanno fatto un ottimo lavoro – Australia o Singapore o Hong Kong o la Corea del Sud – ci sarà sempre il rischio di reinfezione”.
Per tutte queste ragioni, Gates ritiene che “saremo in grado di dire che è tornata la normalità” in qualche momento compreso nella prima metà del 2022.
“Credo che altri vaccini verranno approvati entro l’estate 2021… ci si concentrerà di più sulla logistica per consegnare le dosi”, ha chiarito il fondatore di Microsoft, “penso che raccoglieremo i soldi e raggiungeremo la capacità di produzione necessaria nel 2021 per il mondo sviluppato, mentre per il mondo nel suo insieme… nella prima metà del 2022, dovremmo essere in grado di ottenere la copertura vaccinale che porrà fine in gran parte a questa pandemia”.