Patrimoni miliardari non soffrono con il Covid, ma almeno 200 milioni i nuovi poveri
Patrimoni miliardari non soffrono con il Covid, ma almeno 200 milioni i nuovi poveri
Il colpo del Covid-19 sui mercati finanziari è stato enorme, ma di breve durata: esattamente come quello subito dai patrimoni dei super-ricchi nel corso di questa crisi sanitaria. Ai mille individui più facoltosi del pianeta sono bastati nove mesi per recuperare il 99,9% delle perdite.
I contraccolpi economici della pandemia, dunque, si sono manifestati in modo estremamente diseguale fra le diverse fasce di popolazione, e le conseguenze di questo fenomeno si protrarranno per anni. Lo ha evidenziato un nuovo rapporto redatto da Oxfam, intitolato “Il Virus della disuguaglianza”:
“I governi hanno fornito alle proprie economie un sostegno senza precedenti e il mercato azionario è tornato ad espandersi, facendo lievitare i patrimoni miliardari anche mentre l’economia reale si trovava ad affrontare la più profonda recessione da un secolo a questa parte”, ha ricordato Oxfam, “dopo la crisi finanziaria del 2008 sono stati necessari cinque anni affinché la ricchezza dei miliardari tornasse ai livelli pre-crisi”.
Patrimoni miliardari non soffrono la crisi
Anche in Italia i super-ricchi hanno potuto recuperare l’impatto della pandemia con grande rapidità: “da marzo la ricchezza di 36 miliardari italiani è aumentata di oltre 45,7 miliardi di euro”, ha scritto l’organizzazione, “pari a 7.500 euro per ognuno dei 6 milioni più poveri dei nostri connazionali”.
Il recupero dei mercati, però, non ha dato grandi benefici alla gran parte della popolazione mondiale, tagliata fuori dagli investimenti finanziari. La crisi economica indotta dal Covid-19 e il conseguente incremento dei disoccupati andrà a invertire il trend globale sulla riduzione della povertà, in corso da vent’anni. “Si stima che nel 2020 l’aumento del numero totale di persone che vivono in povertà potrebbe essersi attestato tra i 200 e i 500 milioni”, ha scritto Oxfam, “ci vorranno oltre dieci anni perché il numero di persone che vivono in povertà possa tornare al livello precedente la crisi”.
Italia, resilienza problematica per 4 famiglie su 10
In Italia il primo lockdown si è abbattuto su un tessuto sociale che in molti casi non era preparato a fronteggiare un calo dei redditi. Oltre il 40% degli italiani, infatti, si trovava in condizioni di povertà finanziaria, ovvero senza risparmi accumulati sufficienti per vivere, in assenza di reddito o altre entrate, sopra la soglia di povertà relativa per oltre tre mesi. Circa 10 milioni di italiani potevano contare un risparmio medio non superiore a 400 euro e, pertanto, si trovavano senza protezioni nel caso di un’improvvisa perdita di reddito.
“Durante il lockdown e oltre, molte persone sono state sempre più escluse, di fatto, dai servizi di bassa soglia e dall’accesso ai trasferimenti emergenziali, a causa di una pubblica amministrazione spesso impotente nel far fronte alla mole crescente dei bisogni e a un’informazione carente o inadeguata”, ha commentato Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia, “il basso grado di scolarizzazione e alfabetizzazione digitale dei cittadini più fragili ha contribuito a scoraggiarli dall’affrontare le complessità procedurali. A questo si aggiunge una scarsa consapevolezza dei propri diritti in materia di lavoro e protezione sociale”.