Mentre spunta un piano B nel processo di privatizzazione, Monte dei Paschi di Siena alza il velo sui conti 2020. Un anno che ha visto le perdite raggiungere 1,689 miliardi, sopra le stime del mercato che puntava su un rosso di 1,5 miliardi, che si aggiungono al ‘rosso’ di 1 miliardo dell’anno precedente.
Sul risultato – dicono dalla banca – pesano oltre 1.300 milioni di componenti non operative: accantonamenti per rischi e oneri oltre che la revisione del valore delle dta per circa 340 milioni.
Per quanto riguarda il rafforzamento patrimoniale da 2,5 miliardi previsto quest’anno, la banca spiega che l’operazione “sconta talune incertezze in quanto necessita la conclusione del processo gia’ avviato di valutazione e approvazione di Dg Comp e Bce”.
La ricapitalizzazione da 2,5 miliardi, ricorda la banca, è previsto nel caso in cui “la realizzazione di una soluzione strutturale (leggasi aggregazione, ndr) non dovesse avvenire in un orizzonte di breve-medio termine”. In funzione di una aggregazione, ricorda Mps, si è presentato per l’accesso alla ‘data room’ il fondo Apollo.
Il titolo intanto, che ha aperto le contrattazioni in calo del 2,3%, riduce le perdite a -1,3%.
Monte dei Paschi di Siena, giù i ricavi e le commissioni nette
Tornando ai conti, la banca di Rocca Salimbeni registra nell’anno un risultato operativo netto è’ in rosso di 39 milioni ma senza le rettifiche addizionali per il Covid risulta positivo per circa 300 milioni.
Nel quarto trimestre la banca controllata dal Tesoro ha registrato un risultato operativo netto di 18 milioni (rettifiche Covid pari a 48 milioni). Mps segnala poi un ratio dei crediti deteriorati (npe) lordo al 4,3% dopo l’operazione con Amco (12,4% nel 2019) e un ratio patrimoniale Cet1 transitional al 12,1% rispetto all’8,7% richiesto dallo Srep 2021 della Bce.
Sul fronte dei ricavi, la banca ha chiuso il 202o con un risultato pari a 2.917 milioni, in calo del 11,2% per effetto della flessione del margine di interesse (1.291 milioni, -14%) riconducibile quest’ultimo alla cessione degli utp e agli effetti delle altre azioni per rispettare gli impegni del piano di ristrutturazione 2017-2021 della banca. Sul calo del margine di interesse pesa anche la scissione a favore di Amco.
Le commissioni nette scendono a 1.430 milioni (-1,3%). Le spese per il personale calano a 1.415 milioni (-1,2%) e beneficiano del minor organico medio (1.415 uscite tra il 2019 e il 2020). Le altre spese amministrative calano del 6,3%.
I crediti deteriorati lordi ammontano a 4 miliardi (11,9 miliardi a fine 2019), l’esposizione netta cala a 2,2 miliardi (6,1 miliardi a fine 2019). I patrimonio netto cala a 5,8 miliardi in diminuzione di 1 miliardo dopo l’operazione con Amco (Hydra M). La posizione di liquidità pari a 33,1 miliardi e’ in miglioramento di 8 miliardi sull’anno.