Dopo la tempesta del 2020, il fintech dovrebbe rimanere resiliente quest’anno. Anche se le sfide legate alla pandemia persistono, il settore rimane sostenuto dal potente trend di crescita della digitalizzazione dei servizi finanziari, che è uscito indenne dalle turbolenze. In questo contesto, evidenziamo tre temi di investimento principali per il 2021.
Digitalizzazione e data collection
La marea della digitalizzazione è diventata così incalzante che banche e assicurazioni non possono più aspettare una ripresa dei ricavi o iniziative di riduzione dei costi per investire nei sistemi IT core, o in intelligenza artificiale (AI) e cybersecurity.
Il che dovrebbe continuare a stimolare la domanda di soluzioni basate sul cloud quest’anno, compresi software as a service (SaaS), banking as a service (BaaS) e application programming interfaces (API). Le soluzioni cloud offrono una potenza di calcolo superiore e la flessibilità per scalare rapidamente i sistemi. Anche una banca con un budget IT annuale di oltre 11 miliardi di dollari si affida all’aiuto esterno. È inoltre interessante osservare che società di SaaS relativamente piccole e giovani possono stringere contratti importanti, e quindi ingrandirsi più rapidamente che mai.
Stiamo assistendo a rapidi progressi nelle tecnologie AI, tra cui machine learning, che permettono l’innovazione nelle soluzioni di pagamento e nei prestiti online. Il vantaggio principale è migliorare la disponibilità di credito a segmenti del mercato, che sono tipicamente poco serviti, o non serviti affatto, ad un costo inferiore e con una migliore esperienza di credito per il lender. Così facendo, queste aziende sono in grado di migliorare l’inclusione finanziaria e allo stesso tempo ottenere tassi di perdita più bassi.
Anche sul fronte della raccolta dei dati, il 2021 dovrebbe essere un anno molto interessante. Con il miglioramento degli algoritmi di AI e la raccolta di quantità crescenti di dati in tutto il mondo, in aree che vanno dalle preferenze dei clienti alle pratiche di sostenibilità aziendale, i database e gli strumenti di analisi per le applicazioni commerciali diventano sempre più critici, e possono in alcuni casi rappresentare interessanti opportunità di investimento.
La crescente domanda di dati sulla sostenibilità fornisce una buona illustrazione. Con il miglioramento della consapevolezza della sostenibilità e l’aumento dei requisiti di reporting, la raccolta e la fornitura di dati su questi temi è diventata un nuovo business in rapida crescita per molti attori.
Stretta normativa
La pressione normativa potrebbe smorzare le ambizioni dei giganti tech nei servizi finanziari, avvantaggiando i player più piccoli. Tuttavia, gli investitori dovrebbero anche essere cauti, in quanto le fintech, come le challenger bank e i robo-advisor, dovranno affrontare un controllo normativo più severo per quanto riguarda il modo in cui affrontano il know-your-customer, l’antiriciclaggio e le procedure generali di protezione dei dati. L’intensificarsi della concorrenza tra i tradizionali fornitori di servizi finanziari e i giganti tecnologici è uno sviluppo positivo per gli investitori, in quanto entrambi i gruppi cercheranno probabilmente di stabilire partnership con le imprese fintech, o addirittura di rilevarne alcune, al fine di aggiungere nuove funzionalità o di espandere la loro portata. Inoltre, le challenger bank e gli istituti di credito online saranno probabilmente obbligati a detenere più capitale per operare.
Un aspetto positivo della crescente pressione normativa è che dovrebbe anche aiutare a creare condizioni paritarie e aiutare molte fintech a muoversi nel sistema finanziario tradizionale. In queste circostanze, le aziende che offrono veramente soluzioni finanziarie migliori, più facili o più economiche ne trarranno beneficio.
Infine, i regolatori dovrebbero anche fornire una maggiore chiarezza sulle criptovalute che utilizzano strutture “permissionless’”, come il Bitcoin per esempio. Vediamo un circolo virtuoso ora che sono stati introdotti delle barriere normative. Questo dovrebbe incoraggiare gli operatori storici a iniziare a partecipare, sostenendo ulteriormente il coinvolgimento istituzionale nelle criptovalute e favorendo una più ampia adozione di questo tipo di asset.
Le criptovalute sembrano destinate ad entrare nel mainstream, soprattutto in Asia. Ci aspettiamo anche ulteriori sviluppi riguardo alle valute digitali dalle banche centrali (CBDC). Nel breve termine, tuttavia, ci aspettiamo volatilità e preferiamo limitare i nostri investimenti alle società che forniscono servizi legati alle criptovalute, come exchange, pagamenti e custodia, il cosiddetto approccio “picks-and-shovels”.
M&A e IPO pronte a ripartire
La stasi indotta dal Covid-19 nell’M&A, così come nell’attività di IPO, si è rivelata relativamente breve per il fintech. Ci aspettiamo che la ripresa continui nel 2021, con l’affievolirsi della pandemia, e quando le aziende si concentreranno nuovamente sui piani di crescita futura. Le autorità di regolamentazione giocheranno probabilmente un ruolo cruciale: alcuni deal potrebbero essere bloccati. I driver dell’attività di M&A nel fintech rimangono in essere, come la necessità pressante per alcune aziende di pagamenti di aumentare la portata per rimanere competitive nel lungo periodo. Le operazioni di M&A riguarderanno l’accelerazione della crescita dei ricavi, l’aumento del mercato totale indirizzabile (TAM) di un’azienda e la possibilità di mettere piede in nuovi Paesi e nuovi mercati con ulteriori licenze.
Nel frattempo, ci aspettiamo anche che il passo dell’attività di IPO aumenti nei prossimi mesi, soprattutto nei mercati emergenti come India, Sud-Est asiatico e Cina, dove vediamo una sana pipeline di campioni locali pronti per il collocamento. Anche in USA ed Europa le IPO dovrebbero accelerare, in particolare per le aziende attive in settori come il cloud computing, l’AI e forse anche la tokenizzazione e la blockchain. Nonostante la corsa al rialzo dell’azionario siamo fermamente convinti e continuiamo a investire nei vincitori digitali che erodono sempre più i bacini di profitto degli attori esistenti, indipendentemente dal fatto che l’economia sia in crescita o in calo. Questi titoli scontano i guadagni di quote di mercato che si sono materializzati durante il 2020, ma riteniamo che non riflettano ancora i cambiamenti strutturali in corso. Vediamo anche un grande appeal nelle aziende che beneficiano di venti di coda strutturali, ma che in effetti sono state colpite dalla pandemia.
Inoltre ci aspettiamo un‘ondata di investimenti IT da parte delle società finanziarie tradizionali nei prossimi anni. Ecco perché ci piacciono gli enabler del fintech che sono partner naturali dei player tradizionali nel loro adeguamento. Infine, vediamo grandi prospettive nei mercati emergenti dove osserviamo apparire campioni digitali locali che stanno saltando i tipici percorsi di sviluppo dei mercati maturi.
Lo vediamo non solo in Cina, ma anche in India, nel Sud-Est asiatico, in Brasile, in Russia, in Asia centrale e persino in Africa. Opportunità da non perdere.