Il bitcoin è un asset utile per diversificare il portafoglio, ma che per via della forte volatilità non può essere paragonato al bene rifugio per eccellenza, ovvero l’oro. Così JPMorgan, in un report inviato ai suoi clienti di private banking Usa e visionato da CoinDesk, per istruirli sui rischi e le opportunità di investimento nelle valute digitali.
Il report arriva dopo lo scorso mese il co-presidente della grande banca d’investimento statunitense, Daniel Pinto ha svelato alla CNBC che la decisione di JPMorgan di introdurre servizi legati Bitcoin dipenderà dalla domanda dei clienti.
Anche se la domanda attuale non è abbastanza forte, Pinto è fiducioso che potrebbe crescere ulteriormente: non c’è ancora “la domanda per i servizi crittografici ma arriverà “ad un certo punto”.
Bitcoin, il suo valore secondo tre metriche
Tornando al report dedicato alla clientela private della banca Usa, il documento analizza il modo in cui il bitcoin può essere valutato, applicando tre diverse metriche, tra cui il numero di utenti, il valore dell’oro e l’offerta di moneta globale.
Due metodi su tre mostrano valori nettamente superiori a quelli attuali (e non di poco):
1. Se si applicasse una versione della legge di Metcalfe – il valore di quel bitcoin è proporzionale al quadrato del numero di utenti – varrebbe $ 21.667.
2. Collegando il prezzo corrente dell’oro alla fornitura massima di 21 milioni di bitcoin, sarebbe valutato a $ 540,814.
3. Infine, se si considerasse il valore globale del denaro all’offerta massima di bitcoin, sarebbe valutato a $ 1,9 milioni.
Il report di JP Morgan minimizza infine il comune confronto tra bitcoin e oro e spiega che, le criptovalute, pur avendo proprietà di “diversificazione” nel portafoglio dell’investitore, le sue “caratteristiche di volatilità e profilo di correlazione non rendono possibile il paragone con il tradizionale bene rifugio”, afferma il rapporto.
Nel frattempo, sempre negli Stati Uniti, Goldman Sachs ha riavviato il suo trading desk dedicato alle criptovalute e inizierà a trattare futures bitcoin e non-deliverable forwards (NDF) per i clienti a partire dalla prossima settimana. È quanto riporta l’agenzia Reuters, citando fonti vicino alla banca.
Questo è legato al fatto che sono sempre più numerosi gli investitori istituzionali, clienti di Goldman Sachs, che investono in criptovalute. Si tratta del 40% del totale, secondo un recente sondaggio condotto dal colosso bancario su un campione di 280 clienti.
La notizia arriva mentre sul mercato è sempre più evidente l’interesse delle istituzioni per il bitcoin, il cui prezzo, nonostante la volatilità, ha registrato una crescita del 470% nell’ultimo anno.