Economia

Banche centrali, raffica di meeting. Si parte oggi con la Fed. Cosa aspettarsi

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Mercati alla prova delle banche centrali, che tornano protagoniste del calendario economico della settimana. Si parte dalla Fed, che si riunirà oggi. I rialzi dell’inflazione spingono a guardare con interesse questi appuntamenti.

Nonostante i recenti rialzi dei rendimenti sui Treasury, gli analisti si aspettano la banca centrale Usa mantenga i tassi di interesse vicini allo zero e si impegni a continuare i suoi acquisti di asset al ritmo attuale.

Come ricordano gli analisti di Mps Capital Services, in una nota, il governatore della banca centrale Usa, Jerome Powell, si trova di fronte ad un sentiero molto stretto, tra il lasciare che i tassi salgano indisturbati rischiando di dover correre più in avanti ai ripari se il focolaio inflazionistico non si spegnerà o fare il pompiere richiamando il ruolo della banca centrale nel dover assicurare la stabilità finanziaria.

Secondo le ultime dichiarazione, la prima sembra la scelta più probabile. La Fed inoltre pubblicherà le nuove stime su crescita ed inflazione e la nuova “nuvola dei tassi” (i c.d. “Dots”, le proiezioni sui tassi dei membri Fed), che l’ultima volta indicava tassi fermi fino a tutto il 2023, mentre il mercato sconta un rialzo nel 2022 e 2 rialzi e mezzo nel 2023.

Per Filippo Diodovich, senior strategist di IG Italia, l’esito del meeting del FOMC (Federal Open Market Committee) appare abbastanza scontato.

“Pensiamo che il presidente della FED, Jerome Powell, confermerà di non volere cambiare le strategie di politica monetaria: tassi invariati e piano di quantitative easing confermato all’acquisto mensile di 120 miliardi di dollari di titoli governativi (80 miliardi di dollari in Treasuries e 40 miliardi di dollari in Mortgage Backed Securities). Il “mantra” sarà: è ancora troppo presto per cambiare politica monetaria, perché gli obiettivi (occupazione e inflazione) sono ancora lontani.

Quindi, nonostante le pressioni sul mercato obbligazionario (sell-off di titoli governativi a lunga scadenza e rendimenti nominali dei bond a medio/lungo termine in forte rialzo) crediamo che Jerome Powell possa aggrapparsi ancora una volta all’approccio “wait and see” come aveva anche affermato nel recente forum organizzato da Wall Street Journal. Al WSJ Jobs Summit il numero uno del Federal Reserve System aveva ribadito che l’economia statunitense è ancora molto lontana dalla piena occupazione e anche il tasso d’inflazione non è vicino all’obiettivo medio del 2%”.

Banche centrali, non solo Fed. Cosa aspettarsi da BoE e BoJ

Ma la Federal Reserve, sarà solo una delle banche centrali che si riuniranno nei prossimi giorni. Fari anche sulla Banca d’Inghilterra, la cui riunione è fissata per giovedì, che potrebbe avere una posizione simile a quella della banca centrale Usa. Mentre la Banca del Giappone (venerdì) presenterà una revisione della sua politica monetaria, forse modificando i programmi di stimolo e reiterando la sua capacità di tagliare ulteriormente i tassi.

Non dovrebbero esserci annunci di cambiamento delle politiche monetarie da parte di Norvegia (giovedì), Egitto e Russia (venerdì), anche se alcuni osservatori sostengono che le banche centrali di questi Paesi potrebbero passare a una posizione più aggressiva, così come fatto settimana scorsa dalla BCE. Brasile (mercoledì); e Turchia (giovedì) potrebbero invece annunciare i primi aumenti dei tassi del 2021.