La Fed, come da attese, ha confermato le coordinate della politica monetaria, invariati sia i tassi sia il piano di acquisti mensili fissato a 120 miliardi in titoli.
La vera novità emersa dal meeting del Fomc risiede, tuttavia, nelle previsioni per l’economia americana, riviste fortemente al rialzo. Nel 2021 il Pil dovrebbe salire del 6,5% contro il +4,2% stimato lo scorso dicembre.
Anche la disoccupazione, a fine anno, sarà più bassa rispetto a quanto previsto in precedenza: 4,5% (dal 5%).
“A seguito della moderazione del ritmo della ripresa, gli indicatori dell’attività economica e dell’occupazione sono recentemente aumentati, sebbene i settori più colpiti dalla pandemia restino deboli. L’inflazione continua a rimanere al di sotto del 2%”, ha detto il Comitato.
Fed, al momento l’inflazione non preoccupa
Gli effetti del pacchetto di aiuti economici varato dalla nuova era del presidente Joe Biden, in particolare la ripresa dell’inflazione, potrebbero dunque osservarsi solo più in là nel tempo. Secondo le ultime previsioni della Federal Reserve l’inflazione core si porterà al 2,2% entro la fine dell’anno, contro la stima di +1,8% dello scorso dicembre.
Il rialzo dei tassi, stando alle previsioni economiche della banca centrale americana, è atteso non prima del 2023. La dichiarazione post-riunione della Fed ha precisato che le politiche resteranno accomodanti fino a quando non saranno compiuti “ulteriori progressi sostanziali” verso i suoi obiettivi di piena occupazione e stabilità dei prezzi.
In seguito alla pubblicazione del comunicato Fed, l’indice Dow Jones ha puntato verso il massimo intraday e attualmente è in crescita dello