Mentre la Federal Reserve ha confermato, per la gioia dei mercati azionari, che non toccherà i tassi fino al 2023, in giro per il mondo il clima che si respira in altre banche centrali è diverso.
Il rialzo dei tassi di inflazione inizia a preoccupare seriamente le principali banche centrali che, se non entrano in azione, anticipano i tempi della prima stretta. È quello che è emerso oggi dalle riunioni della banche centrali norvegese e turca.
Banche centrali, quella turca alza i tassi del 2% al 19%
La Banca centrale turca ha alzato il proprio tasso di riferimento (il tasso pronti contro termine a una settimana) di 200 punti base al 19% dal precedente 17%. Il consensus di mercato si concentrava su un rialzo di soli 100 punti base al 18%.
Considerando le pressioni sull’inflazione, si legge in una nota, il comitato di politica monetaria ha deciso di mettere in atto una ‘forte stretta di politica monetaria’, che sarà mantenuta per un ‘esteso periodo di tempo’ finché gli indicatori non convergeranno verso un calo permanente dell’inflazione. Non solo. Se necessario, l’istituto di politica monetaria ha inoltre anticipato che “nuove strette saranno effettuate”.
In febbraio il tasso d’inflazione è salito in Turchia al 15,61% annuo dal 14,97% di gennaio (14,60% in dicembre), contro il 15,39% del consensus. La media mobile degli ultimi 12 mesi si è invece attestata al 12,81% contro il 12,53% precedente.
Banca Norvegese: primo rialzo nella seconda metà dell’anno
Discorso diverso per la Norges Bank. La banca centrale norvegese, ha lasciato come previsto invariato a quota zero il proprio tasso di riferimento. L’istituto, tuttavia, ha segnalato la probabilità di un rialzo prima di quanto stimato in precedenza, nel secondo semestre dell’anno. In precedenza Norges Bank non prevedeva un rialzo dei tassi prima dell’inizio del 2022.
“Sulla base dell’attuale valutazione delle prospettive e dell’equilibrio dei rischi, il tasso chiave sarà molto probabilmente aumentato nella seconda metà del 2021”, ha sottolineato l’istituto, precisando che sebbene la pandemia e le misure di contenimento stiano frenando la ripresa, una grande percentuale di adulti in Norvegia sarà vaccinata prima della fine dell’estate e l’andamento globale dell’economia globale è migliore del previsto.