Seppur ancora limitato, il mercato dei green bond sovrani, cioè quello delle obbligazioni “verdi” emesse dai singoli Stati, è cresciuto con rapidità negli ultimi anni. Secondo quanto riportano gli esperti di S&P Global Ratings, solo nel 2020 è aumentato di oltre due volte rispetto al 2019, raggiungendo i 34 miliardi di dollari. Tra i governi che hanno emesso titoli di debito green per la prima volta l’anno scorso, ci sono Germania, Ungheria, Egitto, Lussemburgo, Messico e Svezia.
E cosa bisogna aspettarsi dagli emittenti governativi nel corso di quest’anno? “Prevediamo che almeno sette Paesi sovrani – spiega Karen Vartapetov, credit analyst di S&P Global Ratings – faranno ricorso al mercato dei green bond nel 2021, con emissioni totali stimate a 31 miliardi di dollari, in parte grazie agli impegni politici previsti dall’Accordo di Parigi.
Questo porterà lo stock globale di debito green dei 17 sovrani che hanno già emesso questi titoli a circa 114,5 miliardi di dollari nel 2021”. L’Italia tra i nuovi emittenti. Nel complesso i green bond hanno retto bene l’impatto del Covid19 con diversi analisti che hanno certificato che proprio il 2020 è stato l’anno migliore in termini di emissioni per il mercato delle obbligazioni verdi, oggi stimato sugli 800 miliardi di dollari con oltre 370 emittenti totali, tra sovrani, corporate e sovranazionali.
A questi si aggiunge ora anche l’Italia. A inizio marzo il ministero dell’Economia ha collocato presso investitori istituzionali la prima tranche del Btp Green, il nuovo titolo di Stato dedicato al finanziamento delle spese sostenute dallo Stato, a positivo impatto ambientale. Il green bond tricolore ha scadenza 30 aprile 2045 e tasso annuo dell’1,50%, pagato in due cedole semestrali. L’importo emesso è stato pari a 8,5 miliardi di euro, ad un prezzo di 99,168 corrispondente a un rendimento lordo annuo all’emissione dello 1,547%.
In questa prima emissione di green bond, l’Italia ha individuato sei categorie di utilizzo dei proventi: elettricità e calore rinnovabili; efficienza energetica; trasporti; prevenzione e controllo dell’inquinamento ed economia circolare; protezione dell’ambiente; biodiversità e ricerca. L’interesse è stato enorme: alla sottoscrizione hanno partecipato circa 530 investitori istituzionali per una domanda complessiva di oltre 80 miliardi di euro, raggiungendo il record di richieste nelle emissioni inaugurali di green bond sovrani in Europa. Rilevante è stata la partecipazione di investitori esplicitamente Esg che hanno sottoscritto oltre la metà del collocamento.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di marzo del magazine Wall Street Italia.