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BERNANKE FA IL FALCO E LANCIA L’ ALLARME INFLAZIONE

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Il rialzo dell’inflazione ‘core’, quella al netto delle componenti petrolio e alimentari, non è “uno sviluppo positivo”, ma la Federal Reserve “resterà vigile” soprattutto per gli effetti di petrolio e materie prime. E’ quanto afferma il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, in un intervento al convegno organizzato a Washington dalla American Bankers Association. Bernankeha spiegato che “l’economia Usa è in una fase di transizione” e che “le spese al consumo segnano un rallentamento”.

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La fase di transizione, ha spiegato Bernanke durante i lavori dell’International Monetary Conference, “é ragionevolmente chiara e sembra già in corso” a causa dei segnali di rallentamento dei consumi, che valgono per oltre i due terzi del Pil americano, e del mercato immobiliare, che negli ultimi mesi ha dato nuovo propellente alla crescita. Il presidente della Fed ha spiegato di valutare l’inflazione ‘core’ sulla fascia massima tollerabile, iniziando a scontare le pressioni di caro-petrolio e commodity. “Se questi livelli saranno ancora sostenuti, non potranno – ha sottolineato il banchiere centrale – più essere considerati come compatibili con la stabilità dei prezzi.

L’economia in fase di transizione richiede una politica monetaria attenta agli sviluppi dell’outlook economico”, in linea con le indicazioni che emergeranno dai prossimi dati macroeconomici. Un esame specifico, inoltre, sarà proprio riservato “all’inflazione e ai suoi sviluppi a medio termine”. Le valutazioni di Bernanke sui timori d’inflazione, oltre a far cadere gli indici di Borsa (Dow Jones -1,19%, S&P’s 500 -1, 14% e Nasdaq -1,59%), fanno rimbalzare i titoli di stato con rendimenti che indicano la possibilità di ulteriori strette monetarie pari al 74%.