Società

WALL STREET CONTINUA A CEDERE TERRENO

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*Marco Bonelli, Managing Director di Raymond James, e’ molto conosciuto tra gli investitori istituzionali e i trader italiani. I suoi commenti quotidiani di meta’ seduta sull’andamento della Borsa Usa (comprese le indicazioni di trading operativo e le posizioni rialziste) non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

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La sessione di oggi si e’ aperta in denaro, ma poco dopo i maggiori indici hanno invertito tendenza. Continua il timore che la politica di rialzo dei tassi da parte della Fed non sia ancora finita.

Al momento, l’indice Dow Jones e’ in lettera di 108 punti a 10940, il Nasdaq perde 23 punti a 2146 e l’S&P500 e’ in ribasso di 9 punti a 1256.
L’indice “advance/decline” sta facendo registrare una lettura di -1600.
L’indice VIX e’ al livello di 18.47.
Negative le performances dei settori immobiliare, alluminio, oro, ferrovie e aerospaziale/difesa.
I volumi sul NYSE sono di 804 milioni di titoli scambiati.

TRADING OPERATIVO:

Questa mattina, nonostante il generale ribasso, SSTI guadgana qualche centesimo, mentre FILE e’ in rialzo di quasi l’1%.

Vedi decine di small e medium cap in forte crescita segnalate da
WSI nella rubrica Titoli Caldi, una delle 8 sezioni in tempo reale
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DA QUI ALLA CHIUSURA:

Domani mattina, saranno pubblicati i dati macro sulle scorte di greggio e sul credito al consumo.

POSIZIONI RIALZISTE:

SSTI (APERTA IL 29/12 A $5.16; ATTUALE $3.68; PERF. –28.68%)

FILE (APERTA IL 25/1 A $27.35; ATTUALE $25.84; PERF -5.52%)

BORSA:W.STREET GIU’ SU TIMORI TASSI,DJ SOTTO GLI 11.000/ANSA

Gli indici Usa sono ancora affossati dall’attesa di nuovi rialzi dei tassi seguita alle dichiarazioni di ieri del presidente della Federal Reserve Ben Bernanke. E il Dow Jones perde quota sino a scivolare sotto l’importante soglia degli 11.000 punti per la prima volta dal 10 marzo scorso. Il listino delle blue chip accusa dunque una pesante battuta di arresto dopo quella di ieri, in cui aveva perso 200 punti e arriva a perdere oltre l’1%, come del resto il Nasdaq, per poi limare leggermente i cali.

Tutta la piazza Usa, dopo un iniziale tentativo di rimbalzo subito frenato, è depressa dallo scenario del proseguire del trend rialzista dei tassi sostanziato dai nuovi timori inflazione espressi ieri dal numero uno della Banca centrale Usa. Di inflazione che si trova “al livello più alto del desiderabile” ha parlato oggi anche il presidente della Fed di Saint Louis William Poole che ha osservato come i segnali di un’economia in frenata non bastano da soli a contrastare i prezzi in tensione e s’impone dunque per la Banca centrale Usa “un orientamento al rialzo” sui tassi.

Gli ultimi dati congiunturali, che offrono il quadro di un’economia Usa in rallentamento e al contempo il delinearsi di un allarme inflazione, non possono che impattare negativamente sul mercato, notano gli esperti, e pertanto si profilano tempi duri per l’azionariato (oggi è stata giornata nera per tutte le piazze internazionali) così come per l’obbligazionario. Guardando all’andamento dei singoli titoli, si segnala la giornata nera del comparto edilizia e dei finanziari, tra i più sensibili a uno scenario di tassi in crescita, e dei produttori di materie prime. Lo speciale sottoindice dei costruttori all’interno dello S&P lascia sul terreno il 3,9%: cedono tutte le big dell’edilizia: D.R. Horton perde 1,61 dollari, a 23,20 dollari, Pulte Homes è in ribasso di 1,35 dollari, a 28,40 dollari.

Quanto al sottoindice dei produttori di materie prime inserito nello S&P 500 perde l’1,2%, risultando la maglia nera tra dei 10 gruppi industriali presenti nel listino. Il colosso mondiale della plastica per bottiglie, Eastman Chemical, lascia sul terreno 2,42 dollari, a 53,62 dollari, dopo un downgrading di alcuni analisti. Male anche Hewlett-Packard che cede 11 cents, a 31,48 dollari. Il colosso dei computer ha rialzato gli utili del secondo trimestre dopo un accordo raggiunto con il Fisco Usa sulla verifica dei bilanci pluriennali e ha anche ritoccato all’insù le stime degli utili per azione 2006, portandoli da 2,02 a 2,06 dollari, rimanendo tuttavia al di sotto delle attese degli analisti.

Giù anche General Motors che perde l’1,54%, a 25,65 dollari, dopo che l’amministratore delegato del gruppo Richard Wagoner ha dichiarato all’assemblea annuale degli azionisti che difficilmente il gruppo raggiungerà l’obiettivo precedentemente fissato di risparmi nel 2006 per un miliardo di dollari. Male il comparto bancario: JPMorgan perde il 2%, a 42,16 dollari, Bank of America cede l’1,1%, a 48,19 dollari Sorride invece Google: il colosso dei motori di ricerca su internet balza di 7,37 dollari, a 381,81 dollari, dopo l’annuncio del lancio di un servizio di condivisione di ‘fogli di calcolo’ che farà concorrenza al prodotto Excel di Microsoft. Il gruppo guidato da Gates da parte sua sale di 2 cents, a 22,52 dollari.

Quando siamo arrivati al giro di boa di seduta, questa la situazione dei principali indici della Borsa Usa: il Dow Jones perde lo 0,74% (10.066,91 punti), lo S&P 500 cede lo 0,46% (1.259,53) e il Nasdaq scivola dello 0,75%.