Financial Times elogia l’Italia di Draghi: da pariah a modello europeo
Da quasi pariah a ‘modello’. Il Financial Times torna a parlare dell’Italia e in un’ analisi sul nostro paese, definisce Roma un nuovo modello per il vecchio Continente . Il quotidiano britannico parte ricordando come due anni fa “un furibondo Emmanuel Macron avesse richiamato l’ambasciatore a Roma dopo che il vice premier italiano (Luigi Di Maio) aveva avuto un incontro non autorizzato con i ‘gilet gialli’ francesi, mentre l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini riempiva i media con tirate contro Bruxelles e sorrideva nei selfie con Marine Le Pen”. All’epoca l’Italia “correva il rischio di diventare un pariah all’interno dell’Unione europea“.
Ma ora, neanche tre mesi dopo la nascita del governo di unità nazionale di Mario Draghi “non solo la voce di Roma viene ascoltata forte e chiara a Parigi e Berlino”, ma l’Italia “sta sempre di più fissando l’agenda mentre l’Ue tenta di uscire dalla pandemia Covid-19” si legge in u in cui si spiega come l‘Italia sia diventata un “modello europeo”, anche grazie agli stretti legami del nuovo Presidente del Consiglio con Parigi e Berlino che “ridisegnano le relazioni dell’Ue”.
Mario Draghi: FT plaude alla politica estera
Pur non nascondendo il rischio paventato da alcuni “che le aspettative su ciò che Draghi possa realisticamente realizzare siano già diventate troppo alte”, l’opinione del Financial Times sembra essere largamente positiva.
Un’apertura di credito che per il quotidiano finanziario appare condivisa dai mercati: “spesso preoccupati per l’entità del debito pubblico italiano, per ora restano indifferenti, segno di fiducia nel nuovo premier” alla vigilia della presentazione del Recovery plan.
Per quanto riguarda la politica estera, il Financial Times valuta positivamente anche la decisione di bloccare le esportazioni di vaccini, “una mossa rischiosa” che però è stata poi “rapidamente sostenuta da Parigi” e “ha fornito copertura politica alla presidente della commissione Ursula Von der Leyen”.
Così come viene valutata in positivo l’uscita contro il presidente turco Recep Tayyip Erdogan:
“mentre altri leader europei sono rimasti in gran parte in silenzio, Draghi ha criticato duramente Erdogan, suscitando rabbia in Turchia ma distogliendo l’attenzione dall’incidente diplomatico dell’Ue”, che aveva visto coinvolti von Der Leyen e il presidente del consiglio europeo Charles Michel.