Settimana decisiva per il decreto Sostegni bis previsto in consiglio dei ministri per l’approvazione. Secondo le prime anticipazioni stampa, nel testo, dovrebbero trovare spazio, nuovi contributi a fondo perduto per le partite IVA per oltre 14 miliardi.
Per determinare l’ammontare dei fondi saranno prevede due parametri: il primo replica l’aiuto prodotto dal primo decreto, quello delle perdite medie mensili maturata fra 2020 e 2019.
In particolare i riconosce un ulteriore contributo a fondo perduto senza necessità di presentare la domanda in favore di:
- tutti i soggetti che hanno la PIVA attiva alla data di entrata in vigore del decreto;
- che hanno presentato istanza e ottenuto il precedente contributo di cui all’art 1 del DL n 41/2021;
- che non lo abbiano indebitamente percepito o non lo abbiano restituito
Il contributo è riconosciuto nella misura del 100% del precedente ed è corrisposto dalla Agenzia delle Entrate con:
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accredito diretto su conto corrente bancario o postale sul quale è stato erogato il contributo precedente
ovvero è riconosciuto come credito di imposta nel caso si sia optato per tale modalità per il contributo precedente.
Partite Iva: si allarga il perimetro di confronto ai primi tre mesi 2021
Il secondo parametro sposta in avanti di tre mesi il periodo di riferimento dei calcoli, fissandolo dal primo aprile 2020 alla fine del 31 marzo 2021. Ciò consente di tener conto anche delle restrizioni di questo inizio del 2021, che per molte attività sono risultate più forti di quelle passate.
Se il nuovo parametro, basato sempre sulla perdita media mensile e sulle percentuali decrescenti all’aumentare del fatturato pre-crisi (dal 60% fino a 100mila euro al 20% fra 5 e 10 milioni) produrrà una cifra maggiore, chi avrà fatto domanda otterrà la differenza.
Entrambi i giri di nuovi aiuti riguardano, come accaduto a marzo, le partite Iva fino a 10 milioni di euro che nei periodi di riferimento abbiano registrato una perdita di almeno il 30 per cento.
Alla stessa platea dei destinatari del fondo perduto è applicata poi l’esenzione dall’acconto Imu (216 milioni) che sarà introdotta con emendamento al Sostegni-1 insieme all’esenzione fino al 31 dicembre dal canone unico per l’occupazione di suolo pubblico (165 milioni).