La transizione digitale in atto ridefinisce i contorni e detta il ritmo di crescita al mondo dei pagamenti. Nell’ultimo anno, nonostante il calo dei consumi per via del Covid-19, i digital payments hanno continuato a crescere, dimostrandosi dei “validi alleati” dei consumatori nel periodo di lockdown e di restrizioni. In particolare, nel 2020 i pagamenti digitali hanno toccato quota 5,2 miliardi di transazioni, passando dal 29% al 33% del valore totale dei pagamenti in Italia con 268 miliardi di euro, e aumentando quindi la penetrazione rispetto al contante, che resta però il mezzo più utilizzato. Una crescita che ha riguardato soprattutto i pagamenti contactless (+29%, a quota 81,5 miliardi) e, ancor più, quelli tramite smartphone e wearable (+80%, oltre 3,4 miliardi). Questa la fotografia sulle performance e sullo stato di salute del settore scattata dall’Osservatorio innovative payments della School of Management del Politecnico di Milano, che parla di “un significativo cambio di passo in atto rispetto al passato”. Prima del lockdown di marzo 2020, nonostante tassi di crescita promettenti, i pagamenti digitali non erano, infatti, ancora permeati completamente nella quotidianità̀.
Pagamenti digitali e la loro accelerazione, un trend che continuerà. È sotto gli occhi di tutti come il Covid-19 abbia imposto nuovi ritmi, accelerando anche la trasformazione e l’adozione di mezzi di pagamento digitale. Secondo l’indagine condotta da Deloitte “Payments Industry and the Covid-19”, che ha coinvolto diversi clienti in Europa, Medio Oriente e Africa, intervistando 50 compagnie in 7 Paesi europei, si tratta di un trend destinato a continuare. I cambiamenti dell’ultimo periodo sono stati repentini, tanto che il 96% degli intervistati ha riferito di avere assistito a un’accelerazione dei processi di cambiamento pari a quella che, di norma, avviene in 3-5 anni. In questo contesto, quasi il 60% degli intervistati si attende una riduzione fino al 30% nell’utilizzo del contante una volta che la pandemia sarà terminata. Questo perchè l’utilizzo di strumenti di pagamento contactless, digital e mobile è stato ormai “interiorizzato nei comportamenti e nelle abitudini dei consumatori”. E questo trend riguarda anche l’Italia che è un Paese tradizionalmente legato al contante. A supporto di questa tesi i dati della ricerca Deloitte che mostrano come l’Italia abbia evidenziato una flessione del 20% nei prelievi Atm fino a dicembre 2020, mentre il volume delle transazioni tramite mobile banking cresceva del 56%.
In termini operativi, lo scoppio della pandemia non ha provocato alcuna crisi nel settore bancario: il 68% delle banche non ha segnalato alcuna interruzione nei propri servizi e il 58% del campione è d’accordo nel dire che gli attuali regolamenti anti-frode sono stati all’altezza dell’aumento delle minacce rilevato a seguito della pandemia. Una crisi che non ha messo un freno ai propri progetti di trasformazione digitale. Anzi, sta avvenendo il contrario: secondo lo studio di Deloitte il 74% degli intervistati sta potenziando le proprie capacità digitali e l’offerta per i loro clienti, che passa dal miglioramento delle app di mobile banking all’espansione delle offerte di portafogli digitali. Con un attenzione all’open banking: il 20% delle banche si sta strategicamente focalizzando su questa tipologia di offerta, mentre la maggioranza si concentrerà nei prossimi 12-18 mesi.
Fame di innovazione per le banche italiane. Le banche italiane non fanno eccezione, e come i competitor europei hanno voglia di innovazione. Questo li spinge a imprimere un’ulteriore accelerazione grazie all’utilizzo di tool digitali, ma anche grazie all’adozione di soluzioni di contrattazione con i clienti da remoto, identità digitale, digital onboarding e l’automatizzazione dei processi interni. Dal sondaggio condotto da Deloitte emerge che metà degli intervistati si sta concentrando su metodi di pagamento digitale alternativi e sull’offerta di diversi servizi ed esperienze digitali. Il raggiungimento di questi obiettivi passa anche dall’alleanza con le fintech. Le banche italiane sono allineate a quelle europee anche sul ruolo che dell’intelligenza artificiale (Artificial intelligence, AI) svolgerà nell’evoluzione digitale. Ad esempio, i servizi IA sono considerati come la migliore soluzione per evolvere la fraud-detection (ovvero la possibilità di intercettare situazioni anomale in via preventiva), e il processo di onboarding supportando i clienti nell’individuare la miglior offerta sul mercato.