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(WSI) – In Europa si sta creando un altro di quei piccoli Stati, come Svizzera o Lussemburgo, ricordati nell’immaginario collettivo per una cosa in particolare: la ricchezza. È l’Irlanda, che secondo uno studio del gruppo Bank of Ireland, ha raggiunto un livello di ricchezza pro-capite inferiore soltanto al Giappone, ma superiore ad altri grandi Stati come Usa, Gran Bretagna, Italia, Francia, Germania e Canada.
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Una ricchezza pari a circa 150mila euro fra cash, investimenti immobiliari e finanziari, pari a una crescita del 350% dal 1995. «Si tratta di una ricchezza nata nell’ultimo decennio, e basata soprattutto sugli investimenti immobiliari», ha spiegato Mark Cunningham, direttore generale della banca «dal momento che il livello di investimenti in azioni è invece ancora molto basso». E non c’è dubbio sul fatto che le case siano la componente principale di questa ricchezza: la bolla immobiliare in Irlanda è stata ancora più forte che altrove, con prezzi quadruplicati in dieci anni, e con acquisti che non si sono mai arrestati grazie ai tassi di interesse ai minimi. Le famiglie irlandesi investono il 71% dei loro beni in immobili (contro il 58% medio degli altri Paesi considerati) mentre il 16% è rappresentato da azioni, il 10% è cash, il 3% bond.
In Irlanda ci sono almeno 30mila milionari (cioè con almeno un milione di euro di risparmi) escludendo da questo calcolo la prima casa. Che se fosse inclusa, porterebbe il numero di milionari a 100mila (su una popolazione di 4,1 milioni). Gli irlandesi, insomma, si sono accorti a tempo debito dell’opportunità di investire nel mattone, accendendo un mutuo dopo l’altro, con il livello di indebitamento passato, in cinque anni, dall’89% al 140% del reddito delle famiglie. E ora si trovano in mano una ricchezza invidiabile, che (come mostra la tabella) deriva in minima parte dalla finanza.
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