Non solo il Bitcoin, ma tutto l’universo delle criptovalute tra cui Ethereum si trova in profondo rosso nella giornata di trading del 19 maggio. Anzi, nella gran parte dei casi le alt-coin sono in caduta ancor più rovinosa rispetto al Bitcoin: alle ore 17 e 30, a quanto risulta dalla piattaforma Coindesk, Ethereum è in calo del 22%, Ripple del 25%, Litecoin del 31%. Nel frattempo la criptovaluta per eccellenza cede il 15% rispetto al valore delle 24 ore precedenti.
Secondo quanto ha calcolato TradingView, la capitalizzazione di mercato complessiva dei crypto asset ha ceduto il 21,96% nel corso dell’ultima giornata, portandosi a 1.565 miliardi di dollari. Intorno alle ore 18 il calo nella capitalizzazione delle crypto è di circa 359 miliardi di dollari nelle ultime 24 ore. Nel minimo di giornata il calo era arrivato a circa 690 miliardi di dollari.
La caduta “amplificata” della alt-coin sarebbe dovuta alla natura ancor più speculativa dei rispettivi investitori: “Senza una significativa adozione, riconoscimento e utilità mainstream, le alt-coin sono, e sono sempre state, di natura più speculativa rispetto al Bitcoin”, ha affermato Hunain Naseer, senior editor di OKEx Insights, “ciò significa che aumentano più velocemente durante i periodi rialzisti e scendono più rapidamente durante quelli di ribasso”.
Ethereum, restano solide le performance da inizio anno
Nonostante il calo odierno Ether risulta ancora in rialzo del 237% da inizio anno. Il Dogecoin, la criptovaluta nata per scherzo e portata alla ribalta da Reddit e da Elon Musk registra ancora una performance del 7.368% nonostante il calo del 20% odierno. Meno brillante il Bitcoin, che da inizio gennaio segna un +25%. Sono numeri la cui attualità può durare anche pochi istanti, vista la forte volatilità che contraddistingue questi prodotti.
Alle origini del crollo il “blocco” di Pechino
A innescare l’ondata di vendite è stata la stretta cinese sul comparto finanziario, al quale sarà proibito fornire servizi collegati alle criptovalute. Lo hanno dichiarato congiuntamente, il 18 maggio, la China Internet Finance Association, China Banking Association e China Payment and Clearing Association, precisando che alle banche e alle altre istituzioni finanziarie non è consentito “fornire ai clienti direttamente o indirettamente altri servizi relativi alle valute virtuali”.