Articolo di Alessandro Gambelli, consulente finanziario di Cassino
Oggi si parla moltissimo di Green Economy e di investimenti in sostenibilità ambientale. La Green Economy, economia verde, è un modello economico che, non guardando più soltanto a profitti e rendimenti, punta anche alla riduzione dell’impatto ambientale attraverso strategie, misure e provvedimenti che spingono verso uno sviluppo sostenibile. Si tratta, in sintesi, di un modello molto trasversale, che coinvolge diversi settori dell’economia e che cerca di ridurre il più possibile le emissioni di CO2: lo scopo è quello di alimentare processi produttivi – dalla trasformazione delle materie prime, ad esempio, a tutte le lavorazioni industriali ma non solo – che inquinino di meno rispetto a quanto fatto fino ad ora.
Cosa vuol dire ESG?
Esiste un termine che contraddistingue gli attori della Green Economy: ESG. L’acronimo ESG – che sta per Environmental, Social, Governance – indica infatti proprio tutte le attività legate agli investimenti responsabili: finalizzati cioè, alla tutela ambientale ma non solo. Perchè il concetto di sostenibilità non è legato soltanto alla qualità dell’aria che respiriamo o alla pulizia dei nostri mari, ma è anche legato ad una gestione responsabile del capitale umano, delle risorse, al trattamento dei lavoratori, alle politiche di genere, ad una governance giusta ed equa che non abbia come obiettivo il solo profitto ma anche la tutela dei lavoratori.
Consapevolezza degli investitori
Poiché – vista l’emergenza climatica che tutti ormai denunciano – quello della Green Economy è un processo irreversibile, si capisce quanto sia importante investire in quelle società e in quei fondi che puntano il loro valore sulla sostenibilità. In tutto il mondo, e negli ultimi anni anche in Italia, la consapevolezza degli investitori verso questo nuovo modello economico è molto alta: secondo Assogestioni ad esempio, solo nell’ultimo anno gli asset dei fondi ESG sono passati da 28,6 miliardi a 80,8 miliardi di euro. Gli investimenti in ESG non sono soltanto, diciamo così, investimenti di settore: non riguardano, cioè, soltanto temi come la transizione energetica e le energie rinnovabili, ma possono essere anche indirizzati verso settori “normali” come quello bancario o assicurativo, purché la società in questione abbia una governance e un bilancio attenti alla sostenibilità.
Investimenti di medio e lungo periodo
I vantaggi nell’investire green stanno diventando molteplici. Rimanendo, ad esempio, nel settore delle energie alternative è in atto ormai un cambiamento epocale: passare da settori tradizionali come le auto a benzina e a gasolio per andare verso le auto elettriche ma anche a idrogeno rappresenta il futuro. È chiaro che parliamo di investimenti di medio e lungo periodo che avranno i loro alti e bassi, ma nei tempi giusti rappresenteranno opportunità imperdibili anche per il risparmiatore di oggi. Teniamo anche presente la cornice macro economica in cui ci troviamo: l’Italia con il PNRR il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza detto anche più comunemente Recovery Plan, ha deciso di investire nella transizione ecologica una buona fetta dei duecento miliardi preventivati. L’importanza del green è dunque scritta: si investirà nella produzione, ad esempio, di auto elettriche, cui seguiranno investimenti anche nelle relative infrastrutture. Tutto ciò genererà nuovi posti di lavoro che renderanno questi settori strategici, anche e soprattutto per gli investitori.