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UK: Finmeccanica si allea con Airbus

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Finmeccanica parteciperà al progetto di Airbus per la nuova versione dell’A350, il bimotore a lungo raggio ideato per rilanciare la sfida alla rivale Boeing. Lo annuncia il presidente e amministratore delegato del gruppo italiano, Pier Francesco Guarguaglini, durante il salone dell’aerospazio di Farnborough, giunto alla sua edizione numero 45. “Il futuro A350 di Airbus ci vedrà presenti – spiega Guarguaglini – e Finmeccanica ha le potenzialità per investire: dipende da quanto sarà il ritorno. Valuteremo come partecipare alla parte progettuale e, poi, a rischi e investimenti”. Guarguaglini ribadisce che Finmeccanica non è interessata a una partecipazione azionaria in Airbus, ma solo a una partnership industriale. “Sono tre anni che dico che non entriamo – precisa – ci sentiamo di avere tecnologie all’avanguardia, vogliamo sfruttarle per essere presenti in questo mercato. La nostra posizione è quella di sharing partner”. Il direttore generale di Finmeccanica, Giorgio Zappa, evidenzia poi che “la quota del 5 per cento in Airbus non è mai stato un limite, noi volevamo investire anche di più – aggiunge – e puntavamo al 10. Ma non possiamo lavorare con un player unico, non possiamo dare esclusività, ma sui singoli programma siamo disponibili”. Quanto ai rapporti con la casa madre di Airbus, Eads, Guarguaglini riferisce di avere già incontrato i nuovi vertici. “Abbiamo discusso di diversi argomenti – prosegue – ma le loro priorità in questo momento sono diverse. Passata l’estate ci incontreremo, ci sono molti argomenti da discutere insieme (Atr e Mbda) e li affronteremo”, compreso quello relativo a una possibile partnership nell’elettronica della difesa. “A Cina e Giappone – continua Guarguaglini – il prossimo anno dedicheremo sicuramente attenzione”. Il manager indica che in un contesto di “crescita del volume assoluto degli ordini”, la quota in Italia “è destinata a scendere: era – ricorda – all’81 per cento nel 2004, è scesa al 57 nel 2005, scenderà al 38 nel 2008. Una flessione compensata dalla crescita all’estero”. Il portafoglio ordini, salito da 10,5 miliardi di euro nel 2004 a 15,4 miliardi nel 2005, nel 2008 dovrebbe essere intorno a 16 miliardi. Puntare su Cina e Giappone, “non vuol dire uno sviluppo a breve” di nuovi progetti: “Dobbiamo – conclude Guarguaglini – lavorarci molto”.