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IMMOBILI, DOPPIA SCELTA SULL’ IVA

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(WSI) –
Il dietrofront, peraltro annunciato, del governo sull’Iva per gli immobili ha ridato subito fiato al mercato. Ieri in commissione Bilancio del Senato è stata presentata la seconda tranche degli emendamenti dell’esecutivo al decreto Visco-Bersani. Fra questi, soprattutto la cancellazione della norma che prevedeva l’eliminazione retroattiva della detraibilità della tassa sul valore aggiunto.

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Il nuovo testo stabilisce che la compravendita di immobili per uso strumentale venga sottoposta a imposta ipotecaria e catastale del 4 per cento. L’imposta di registro viene applicata in cifra fissa nella misura di 168 euro. Le società, inoltre, possono decidere se optare o no per l’assoggettamento al regime Iva. Per i fondi immobiliari la percentuale del 4% viene dimezzata al 2 per cento. In caso di affitto di immobili per uso strumentale, l’opzione per il regime Iva comporta l’applicazione di un’imposta proporzionale pari all’1% del valore dell’affitto.

Rispetto agli immobili dei costruttori, viene abbassato da cinque a quattro anni il termine entro il quale la cessione dell’immobile può essere assoggettata a Iva. La notizia della riscrittura del provvedimento ha dato slancio ai titoli del settore immobiliare, che le scorse settimane con il decreto Visco-Bersani sono arrivate a perdere nell’arco di pochi giorni 1,4 miliardi di capitalizzazione. Il balzo più rilevante è quello di Pirelli Real Estate, che ha chiuso con un rialzo del 3,69 per cento.

Segue Beni Stabili con un apprezzamento del 3,25%, Banca Italease, che ha chiuso con una crescita del 2,48%, Aedes (+1,35%) e Brioschi, che ha messo ha segno un apprezzamento dello 0,82 per cento. Chiude la serie positiva Bastogi (+0,76%). In controtendenza invece i titoli di Immobiliare Lombarda che hanno chiuso le contrattazioni con una perdita dello 0,43 per cento.

La correzione del governo non è però piaciuta a Confedilizia. «La riduzione delle imposte ipotecaria e catastale per i fondi immobiliari rispetto agli altri operatori del settore – ha detto il presidente Corrado Sforza Fogliani – è uno scontato e largamente previsto omaggio che si è voluto fare ai poteri forti e che aggrava ulteriormente la discriminazione che già a questo proposito caratterizza il settore».

Ma le modifiche proposte dal governo al decreto non si fermano qui. Una mezza marcia indietro è arrivata anche sul fronte delle stock option. Si applicherà la tassazione come quella sui redditi da lavoro dipendente, ma il reddito ottenuto con questo strumento non sarà soggetto al pagamento dei contributi previdenziali per i piani di assegnazione deliberati dai consigli di amministrazione prima dell’entrata in vigore del decreto (5 luglio 2006). In tutti gli altri casi, la plusvalenza sarà considerata a tutti gli effetti come reddito da lavoro dipendente, a meno che i titoli non siano conservati per 5 anni.

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