Dopo alcune settimane di pausa, il trade sulla reflazione ha ripreso vigore sulla scia della riduzione dei contagi e il miglioramento delle prospettive di riapertura. Nell’ambito dello S&P500 i titoli del comparto tecnologico stanno mostrando una certa debolezza in termini di performance, insieme ai titoli legati ai beni di consumo discrezionali, delle utilities e del settore immobiliare. Infatti, il Nasdaq indice molto esposto al segmento tech, ha da poco registrato la sua più marcata flessione su base settimanale nel giro degli ultimi due mesi.
D’altra parte, i titoli legati al comparto finanziario hanno ampiamente superato gli omologhi dell’ambito tech e la maggior parte dei ciclici hanno registrato un’ottima performance superando l’andamento dei titoli difensivi.
Con la maggior parte della stagione degli utili ormai alle spalle, possiamo riconoscere che le stime degli analisti sono state ampiamente superate data la grande solidità dei risultati: l’86% delle società dello S&P 500 e il 70% delle società dello STOXX 600 hanno sorpreso positivamente in termini di EPS.
Mercati, cosa succede sull’obbligazionario
Dopo aver raggiunto un picco a fine marzo, il rendimento del decennale americano si è parzialmente contratto attestandosi di recente su un range intorno all’1,6%. Dal nostro punto di vista riteniamo che, anche se i rendimenti potrebbero salire nel breve periodo, da un lato i massicci stimoli fiscali e dall’altro le aspettative d’inflazione siano due elementi entrambi già prezzati e per questo motivo, ad un certo punto, dati deludenti potrebbero aggiungere pressione al ribasso.
Per esempio, il rapporto sull’occupazione di aprile, più debole del previsto, ha innescato un calo brusco, ma di breve durata.
I rendimenti dei titoli di Stato core dell’Eurozona sono cresciuti qualche settimana fa, poiché il sentiment è migliorato grazie a dati economici incoraggianti e alla riapertura degli scambi. Nel complesso, continuiamo a favorire le duration più brevi e rimaniamo cauti per quanto riguarda i rendimenti sovrani, sia in Europa che negli Stati Uniti.
Anche se gli spread sono già ridotti, continuiamo a preferire il credito rispetto al rischio di duration, soprattutto perché gli spread del credito continuano a mostrare resistenza. Gli spread investment grade e HY si sono tutti ridotti negli Stati Uniti, in Europa e nel contesto degli Emergenti. Una dose di cautela in più la riserviamo al settore investment grade data la maggior duration degli indici, ma dobbiamo anche conservare selettività sul comporto ad alto rendimento. Continuiamo a vedere opportunità nel debito societario dei mercati emergenti in valuta forte, poiché il carry è interessante e c’è ulteriore spazio per la compressione degli spread.
Mercati: cosa fare
Nel complesso, riteniamo che con il progredire delle campagne di vaccinazione e il miglioramento delle prospettive di riapertura, qualsiasi correzione dovrebbe essere vista come un’opportunità di “buy the dip”, dato il supporto fondamentale di fondo che è in corso: stimolo fiscale, sostegno monetario e forti utili. I ciclici dovrebbero continuare a sovraperformare e anche l’Europa, il Pacifico ex Giappone e il Giappone dovrebbero trarne vantaggio.