Il 35% delle Pmi italiane non si quota perché teme la trasparenza
A frenare la quotazione in Borsa delle Pmi italiane è soprattutto la paura legata alla trasparenza, ossia la pubblicazione obbligatoria dei propri report: lo afferma il 35% di un campione di circa 40 aziende con fatturato compreso fra i 10 e i 900 milioni l’anno raggiunto dalla Livolsi & Partners.
Il 30%, poi teme la scarsa predisposizione a condividere obbiettivi e risultati, ossia di avere periodici confronti con gli investitori (il mercato) e rappresentanti terzi nei CdA; il 25% teme la mancanza di struttura manageriale esterna poiché la presenza nei ruoli apicali è solamente parentale e per il restante 10% a frenare sono le spese di quotazione, che mediamente assorbono tra il 5% e il 15% del controvalore dell’offerta.
Secondo Livolsi & Partners “è necessario attivare un sistema di agevolazioni fiscali per superare queste resistenze e favorire il risparmio interno a confluire nelle quotazioni di aziende italiane”.
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