Economia

Brexit: tra Ue e UK è scoppiata “la guerra delle salsicce”

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Brexit: tra Ue e UK è scoppiata “la guerra delle salsicce”

Il mare d’Irlanda continua ad essere in cima alle tensioni tra Regno Unito e Unione Europea nel post-Brexit. L’ultima tornata di colloqui, conclusa qualche giorno fa, per trovare un accordo sulla questione doganale senza ripristinare un confine fisico in Irlanda del Nord si è conclusa “senza progressi né rotture”.

In assenza di un’intesa, funzionari britannici sembra stiano valutando l’estendere il periodo di moratoria per garantire l’approvvigionamento dei supermercati nordirlandesi di beni e generi di prima necessità, e impedire all’Ue di bloccare le spedizioni di prodotti come salsicce e carni trattate a partire dal 1° luglio. Ipotesi non condivisa dai 27 che hanno minacciato conseguenze legali, agitando lo spettro di quella che è stata soprannominata la “guerra delle salsicce” a colpi di dazi, proprio perché riguarda il trasporto di carni lavorate dalla Gran Bretagna all’Irlanda del Nord.

Da quando, alla fine dello scorso anno, il Regno Unito ha completato la travagliata uscita dalla Ue, le relazioni con Bruxelles si sono inasprite ulteriormente, in uno scambio reciproco di accuse di malafede sulla parte dell’accordo relativo al trasporto di merci verso l’Irlanda del Nord.

Brexit, cosa c’è dietro la guerra delle salsicce

Questioni come questa, soprannominata guerra delle salsicce, sono la diretta conseguenza della decisione del primo ministro Boris Johnson di lasciare l’Irlanda del Nord all’interno del mercato unico e dell’unione doganale europea, con l’obiettivo di evitare una nuova frontiera fra l’Irlanda, che fa parte dell’Unione Europea, e l’Irlanda del Nord, che invece fa parte del Regno Unito.

All’epoca del compromesso, circa un anno e mezzo fa, la decisione fu esaltata dai media britannici giornali britannici, che lodarono Johnson per il suo operati. Alla fine del 2020, fra l’altro, il Regno Unito aveva ribadito in un documento ufficiale la sua intenzione di rispettare gli accordi in base ai quali a partire dall’1 luglio non avrebbe più potuto importare carne lavorata e refrigerata all’interno dell’Irlanda del Nord. Ora, il cambio di programma.