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TASSI IN RIALZO, MUTUI PIU’ CARI

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(WSI) – Stangata in arrivo per chi ha acceso un mutuo e per chi ha acquistato a rate. Il rialzo di un quarto di punto, al 3%, dei tassi di interesse, il quarto in otto mesi, comporterà rincari per i mutuatari fino a 656 euro l’anno. Ma anche lo Stato sarà penalizzato dalla decisione della Bce.

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A rimetterci sarà chi ha già sottoscritto un mutuo a tasso variabile e chi si appresta a accenderlo. Mentre ci guadagnerà il popolo dei Bot people.

MUTUI ALLE STELLE – «Centinaia di migliaia di famiglie, che hanno già tirato la cinghia per coronare il sogno dell’acquisto della casa per abitarci, vedranno così aumentare le rate mensili e/o semestrali, da un minimo di 150 euro, fino a 163 euro l’anno, per un mutuo di 100.000 euro con il rialzo Bce», spiega l’associazione dei consumatori Adusbef , sottolineando che «un mutuo di 200.000 con un piano di rientro ventennale, comporterà rate più salate, da 326 euro a 656 euro l’anno, senza contare che la quasi totalità delle banche, impongono l’apertura del conto corrente per erogare il mutuo e che richiedono anche 6-7 euro per pagare le rate di muti, in precedenza gratuite».

L’aumento Bce, colpisce anche coloro che accenderanno nuovi prestiti, «visto che banche e finanziarie adegueranno fulmineamente la generalità degli impieghi. Ma per la prima volta dopo il decreto Bersani, le banche dovranno adeguare anche i tassi di interesse sui depositi bancari e sui libretti di risparmio: un aumento dello 0,25 sulla loro totalità (depositi bancari,postali,certificati di deposito in scadenza pari ad oltre 830 miliardi di euro), porterà circa 2 miliardi di euro su base annua nelle tasche dei depositanti».

COLPITO ANCHE IL POPOLO DELLE RATE – Ricorrere a prestiti per l’acquisto di elettrodomestici ed altri prodotti per la casa, comporterà un aumento complessivo della somma rimborsata nei 5 anni di circa 93 euro. Ripercussioni negative si avranno anche per i titolari di carte revolving, una sorta di nodo scorsoio, come la cessione del quinto dello stipendio sotto i 5.000 euro, al collo dei consumatori (oltre 6 miliardi di euro l’utilizzo) che forniscono un credito rimborsabile a rate (il pagamento delle quali ricostituiscono la possibilità di ulteriore scoperto), con tassi di crescita intorno al 24%.

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