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ESTATE DA TRADER: COSA COMPRARE

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Il Valore e’ un settimanale in grado di venire incontro alle esigenze degli opinion maker del settore Borsa e Finanza sia degli investitori e dei risparmiatori. Le analisi di borsa qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

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(WSI) – Se un moderato ottimismo sull’andamento dei mercati è comune tra i gestori
i pareri divergono però quando si
deve decidere il portafoglio. Così ad
esempio Giorgio Giovannini, country
manager per l’Italia di Henderson
global investors, segnala tra i
settori favoriti «l’energetico e il finanziario,
soprattutto alla luce degli
importanti processi di consolidamento
che caratterizzano il contesto bancario
sia a livello nazionale sia europeo.
Per contro, i settori che potrebbero
risultare più vulnerabili ai fattori
sopra citati saranno probabilmente
quelli ciclici».

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Il comparto bancario è citato anche
da Massimo Lucco Borlera, direttore
investimenti di Sella gestioni sgr:
«I settori che potrebbero essere favoriti
anche adottando un atteggiamento
prudente sono il bancario, l’assicurativo,
il farmaceutico e selettivamente
anche il tecnologico soprattutto in
alcune aree con buone prospettive di
crescita e su alcuni temi di ristrutturazione
».

Giordano Beani, direttore investimenti
di Bnl gestioni,utilizza un modello a
matrice doppia per le sue analisi in cui
su un asse mette la deviazione standard
del risk premium rispetto alla sua
media degli ultimi dieci anni, mentre
sull’altro asse inserisce il momentum di
prezzo rappresentato dalla variazione
standard della media degli ultimi tre
mesi rispetto a tutte le deviazioni trimestrali
dell’ultimo decennio.

APPROCCIO CONTRARIAN

Utilizzando questo modello risulta
che tutti i quattro principali
mercati azionari (DJ Europe Stoxx
600, S&P 500, Nikkei, Footsie) si
trovano in un momentum negativo
rispetto alle medie degli ultimi
dieci anni. In negativo sono anche gli
indicatori del risk premium. Spiega
Beani: «Sotto il profilo del risk premium
Nikkei e Footsie sono sottovalutati
in modo marcato (deviazione
standard tra -1 e -2), mentre Europe
Stoxx 600 e S&P 500 lo sono in misura
minore (intorno a -0,5)».

E prosegue il direttore investimenti di
Bnl gestioni: «Ci troviamo nel quadrante
della ‘trappola del valore’ (momentum
negativo e mercati sottovalutati).
È quindi la situazione migliore
per un approccio contrarian, la cosiddetta
strategia concava, e per l’apertura
di nuove posizioni». Beani sottolinea
anche che l’approccio utilizzato
non sempre è il medesimo ma che «in
questa fase, che dura da oltre un anno
(mercati al rialzo ma con un trading
range ristretto), preferiamo l’approccio
contrarian».

Il modello viene anche utilizzato su
singoli settori e su macroaree geografiche.
Così conclude Beani: «Dall’analisi
risulta che sono molto cheap
e si trovano in un momentum negativo
il settore dei tecnologici e
delle telecomunicazioni, sia negli
Usa sia in Europa. Quindi stiamo
iniziando a sovrappesarli». Da evitare
invece, secondo Beani, perché cari
e con un momentum positivo, addirittura
pericolosi per l’enfasi esagerata,
sono «i settori dell’energia, delle
utility statunitensi e dei consumi stabili
in Usa e Europa. Stiamo dunque
iniziando a ridurre le posizioni in questi
settori».

RAGIONI CICLICHE E SPECIFICHE

Diverse e in parte opposte le preferenze
di investimento di Marco Bertozzi,
responsabile dei mandati istituzionali
globali di Ras asset management.
«Ragioni specifiche (le tensioni
in Medio oriente) e cicliche portano
a ipotizzare come probabile un
mercato azionario non fortissimo fino
al prossimo autunno. Quindi andrebbero favoriti i difensivi,
farmaceutici in primo luogo». Da
settembre però il mercato dovrebbe
riacquistare tono e secondo
Bertozzi «andrebbero allora privilegiati
industriali e tecnologici,
mentre le condizioni strutturali di
domanda e offerta consigliano
invece di non sottopesare l’energy.
L’attuale risk-reward suggerisce
invece di non sovrappesare small
caps e mercati emergenti».

Infine gli analisti di Citigroup rimangono
«ottimisti dal punto di vista globale
con una preferenza regionale per
Usa ed Europa, in sottopeso invece il
Giappone e i mercati emergenti». Negli
Stati Uniti vengono preferite le
large cap con alti cash flow come
precisa Tobias Levkovich, strategist
di Citigroup. In Giappone Pat Mohr
continua a privilegiare invece le large
cap e il settore dei macchinari.

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