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DESTILING CALCIO: LE AZIONI IN BOND

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(WSI) –
Trasformazione delle azioni in obbligazioni di durata decennale con rimborsi, a estrazione, a cadenza annuale o semestrale fino all’esaurimento dei titoli in circolazione. Questa, secondo quanto risulta a Finanza & Mercati, l’ipotesi più accreditata alla quale, insieme ai tecnici del governo, starebbero lavorando i consulenti finanziari dei club quotati per risolvere i problemi legati a un eventuale delisting.

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Sulla questione è intervenuto a più riprese il presidente della Consob, Lamberto Cardia, che in occasione della relazione annuale della Commissione ha chiesto a chiare lettere la tutela degli azionisti di minoranza di Juventus, Lazio e Roma. Proprio a questa finalità risponderebbe il progetto allo studio. Il valore delle obbligazioni rimarrebbe stabile nel tempo e in più ci sarebbe un rendimento finanziario. Niente a che vedere quindi con le forti speculazioni sui titoli di calcio che penalizzano proprio i piccoli azionisti.

L’ennesimo esempio si è avuto negli ultimi due giorni intorno alle azioni Juventus che ieri hanno lasciato sul terreno il 6,07% dopo il guadagno di oltre il 10% a metà giornata e il più 11% del giorno prima. Resta ancora da definire il metodo di calcolo del valore dei bond, sempre che l’operazione ottenga il via libera della Consob. Cardia, infatti, si è detto chiaramente favorevole a un’Opa da delisting in base alla normativa vigente. Operazione che però, a differenza della trasformazione delle azioni in bond, presuppone che le società di calcio si facciano carico in un solo colpo dell’esborso finanziario, che mal si concilia con la crisi di liquidità dei club sportivi.

In pole position la Roma. Secondo quanto risulta a F&M, il dossier bond sarebbe già sul tavolo dei legali della famiglia Sensi, anche se ancora non è sbarcato in cda. Il club giallorosso sarebbe altresì alle prese con una grossa grana che avrebbe messo in allarme la stessa Consob: a partire dallo scorso primo luglio è diventato obbligatorio iscrivere a bilancio le passività relative al vecchio decreto spalmadebiti, che per la Roma significa un passivo di 80 milioni che andrebbe ad azzerare il capitale netto che al momento ammonta a 64 milioni.

I tecnici di Cardia hanno già chiesto di fornire senza indugio chiarimenti sulla strategia per la copertura del disavanzo e questa richiesta avrebbe mandato in tilt gli uomini della finanza di Sensi che hanno a disposizione pochi giorni per replicare. Nel frattempo il club si è rivolto ad alcuni giuristi per capire se c’è ancora qualche escamotage per dilazionare l’iscrizione a bilancio.

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