Criptovalute: adesso la corsa è al criptobanking
di Sandra Riccio
Il bitcoin e le criptovalute sono di nuovo sotto i riflettori: i recenti saliscendi delle quotazioni hanno riportato l’attenzione sulle valute digitali che stanno diventando sempre più popolari anche tra gli investitori. Per le banche e le società di servizi finanziari tradizionali si tratta di un ambito nuovo che può offrire opportunità per generare nuovi flussi di reddito, grazie a servizi innovativi sulle criptovalute da proporre alla clientela.
Si tratta di un nuovo panorama di attività che sta crescendo al ritmo veloce dell’innovazione tech e che vede l’ingresso di nuovi attori e intermediari in grado di competere con le banche tradizionali.
Il focus è sui servizi che gli istituti tradizionali possono offrire a chi decide di acquistare e detenere criptovalute come il bitcoin. Alla base di tutte queste attività c’è la blockchain, la tecnologia a blocchi che valida ogni operazione. Tra i servizi principali ci sono sicuramente i pagamenti. “L’adozione e l’implementazione più ampia dei criptoasset nel settore bancario è un passo che molto probabilmente sarà presto adottato dagli istituti tradizionali – spiega Paolo Gianturco, senior partner di Deloitte, responsabile FinTech –. Sono molte le realtà del settore bancario che hanno già depositato brevetti che coinvolgono la tecnologia blockchain per i pagamenti”.
Criptovalute, per le banche molte le soluzioni disponibili
L’esperto di Deloitte sottolinea che esistono diverse strade per “esternalizzare” questa possibilità e per creare una rete di pagamenti abilitata alla blockchain che utilizza token di deposito per spostare i fondi quasi in tempo reale. Un altro servizio che le banche tradizionali possono offrire nell’ambito delle criptovalute è quello della custodia. Le criptovalute sono però una materia nuova e presentano, in tal senso, nuovi rischi.
In più è presente una potenziale incertezza normativa che varia a seconda dell’area geografica. Alcuni paesi si sono già mossi: Svizzera e Singapore hanno intrapreso iniziative per regolare le attività di pagamento tramite digital currency, mentre alcuni Stati americani come New York, Wyoming e South Dakota hanno dato la propria approvazione a società fiduciarie focalizzate sulle criptovalute.
Per operare in questo ambito occorre tuttavia un’ampia competenza sulla sicurezza e sulla tecnologia. L’infrastruttura tecnica necessaria può essere realizzata all’interno dell’azienda oppure attraverso un sub-depositario terzo. Un numero crescente di clienti istituzionali, proprio come tutti i partecipanti al mercato delle criptovalute, sta cercando modi per fornire una custodia sicura e utilizzare le criptovalute.
“Custodire le criptovalute, al contrario di altre attività come i titoli negoziati pubblicamente, richiede un nuovo tipo di infrastruttura tecnica. Costruire questa nuova architettura da zero è necessario per la conservazione e la gestione sicura delle criptovalute” dice Gianturco. I modelli di custodia delle criptovalute assumono una varietà di forme.
C’è poi l’aspetto del lending
È nell’area del prestito che le banche affrontano la concorrenza più feroce da parte dei fornitori di servizi crittografici. Crescendo in popolarità, i protocolli DeFi (reti decentralizzate di prestiti e mutuatari) permettono agli utenti di prestare criptovalute senza il coinvolgimento di una terza parte (Compound, Aave, PanCakeSwap, PolkDot, Uniswap, ecc.).
È un nuovo modo per generare rendimento e le banche stanno esplorando la possibilità di offrire questo tipo di attività. L’ambito delle criptobanche è molto complesso e ancora in pieno divenire.
Che cosa c’è da aspettarsi per il futuro?
“Per raggiungere e offrire i nuovi servizi e per riuscire a conquistare e conservare la fiducia della clientela, la tecnologia blockchain e tutta la criptofinanza che da questa è derivata dovranno essere sottoposte a una regolamentazione pubblica – afferma Gianturco –. I quadri di norme a loro volta promuoveranno una maggiore innovazione e più concorrenza permettendo così alla tecnologia blockchain di offrire il massimo del proprio potenziale”. Nel frattempo i mercati delle criptovalute sono destinati a crescere ancora.
“Per questo è anche fondamentale che alle varie autorità di vigilanza, come la Sec americana per fare un esempio, siano fornite le risorse necessarie per supervisionare adeguatamente questi nuovi mercati”.
Queste e le altre più recenti evoluzioni del panorama della Finanza Decentralizzata sono tra i temi focali del Convegno annuale dell’Osservatorio Investment Management progettato da Deloitte Consulting in collaborazione con Siat, che si è svolto venerdì 18 giugno alle 15.30.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di giugno del magazine Wall Street Italia